SIria a carte scoperte
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La verità sulla pelle di una famiglia locale

Aggiornamenti dal nostro amico siriano e ormai corrispondente ufficiale di Ri-Esistenza Rajul

Elezioni in Siria

Il commento di Rajul:

Ti racconterò alcuni dettagli in breve sulla rappresentazione che è avvenuta.

Il numero dei membri del parlamento era 150, è stata presa la decisione di aumentare il numero dei membri a 210, di cui 70 nominati dal presidente e 150 nominati da una commissione nominata dal presidente.
Questo è quello che è successo: i 210 membri sono stati nominati in breve dal presidente senza che ci fossero urne elettorali, candidati, propaganda elettorale o altro.

Il popolo non ha eletto nessuno, il consiglio è stato formato dalla presidenza.

Perdita politica
Un mistero avvolge la scena
Niente è chiaro

C’è un forte oscuramento mediatico su ogni questione

I media filogovernativi non fanno capire altro se non che il paese sta andando verso stabilità, prosperità e ricostruzione, mentre la realtà è esattamente l’opposto:
omicidi e violazioni ovunque nel paese.
Visite continue del presidente ad interim da un paese all’altro
senza capire il significato di tutto ciò…

Breve analisi sulle elezioni:
se il volto è nuovo, il passato che rappresenta è tutto fuorché rassicurante

Al-Shara, noto in passato come Abū Muḥammad al-Jawlānī (suo pseudonimo di guerra), ex leader jihadista di Tahrir al-Sham (Hts), è salito al potere dopo aver rovesciato Bashar al-Assad a dicembre 2024.
Su di lui pendeva una taglia da 10 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti.
Oggi guida il governo di transizione con un mandato di 30 mesi e avrà il controllo quasi totale del nuovo Parlamento.

Il voto in Siria c’è stato, ma non per tutti.
Per l’autoproclamatosi presidente al-Shara sarebbe stato impossibile organizzare elezioni dirette visto l’elevato numero di siriani privi di documenti dopo che milioni di persone sono fuggite all’estero o sono state sfollate all’interno del Paese durante la guerra civile.
Quindi niente urne popolari, ma solo collegi chiusi.

A votare i 210 membri della nuova Assemblea Popolare sono stati dei delegati, selezionati e nominati da una commissione elettorale scelta dallo stesso al-Shara.

Nel collegio di Aleppo, 700 elettori hanno votato per assegnare 14 seggi.
A Damasco, la capitale, i delegati erano 500 per 10 seggi.
In tre aree del Paese – Raqqa e Hassakeh (controllate dai curdi) nel nord-est e Sweida (dominata dai drusi) nel sud del paese – le elezioni non si sono svolte – ufficialmente per motivi di sicurezza – quindi i loro 32 seggi sono rimasti vacanti.

I CITTADINI COMUNI NON HANNO QUINDI POTUTO VOTARE

Tra i requisiti, nessun legame con il regime di Assad o con gruppi terroristici (fino al 7 luglio 2025 la Hts di al-Shara era considerato tale da Onu, Ue, Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Argentina, Indonesia e Russia), vietata l’appartenenza a movimenti secessionisti o favorevoli all’intervento straniero.

I poteri del nuovo Parlamento
Potrà approvare leggi, modificare quelle esistenti, ratificare trattati e bilanci.
Ma potrà bocciare i decreti presidenziali solo con una maggioranza dei due terzi.
E proprio due terzi dell’Assemblea (70 seggi su 210) verranno nominati direttamente da al-Shara, che quindi manterrà il pieno controllo sul futuro legislativo.

Il nuovo potere ha cambiato bandiera, non metodo: centralismo, controllo diretto e limitata rappresentanza restano i tratti distintivi anche della Siria post-Assad.

Fonte: Atlante Guerra

Abbiamo chiesto a Rajul com’è la situazione nella sua provincia

A Suwayda la situazione è diversa.
L’assedio alla città continua da tutti i suoi ingressi nord e ovest.
L’ingresso nord è relativamente aperto, e convogli commerciali e alcuni aiuti entrano in città in quantità molto limitata; questi convogli con i materiali che trasportano non coprono l’intero fabbisogno della provincia, ma solo una piccola parte.

C’è un congestionamento soffocante alle stazioni di servizio a causa della carenza di carburante e del divieto di ingresso delle necessità effettive nella zona.

I forni non funzionano a pieno regime a causa della carenza di farina, e molte famiglie preparano il pane nelle loro case con il fuoco di legna.

La situazione economica è estremamente difficile, con il completo blocco degli stipendi e salari dei dipendenti da parte del governo, il che aggrava ulteriormente la situazione.
Tutti i dipendenti degli uffici pubblici continuano a lavorare senza ricevere i loro stipendi da diversi mesi.

Negato il diritto all’istruzione

Mio/a figlio/a maggiore (Ndr – oscuriamo alcune informazioni per cautelare la famiglia di Rajul) stava sostenendo gli esami di maturità il primo giorno dell’attacco a Sweida, ma non li ha completati a causa della guerra.

I loro esami sono stati interrotti e il loro impegno di un anno è andato sprecato.

Alcune scuole non hanno aperto le loro porte agli studenti perché sono state trasformate in centri di accoglienza

Metà degli studenti di Sweida oggi non vanno a scuola

Non ci sono certificati che provino la veridicità di ciò che ti dico.
Sono solo notizie che circolano sulle pagine dei social media.
Quello che ti racconterò è la verità completa che viviamo come famiglia.

Mio/a figlio/a maggiore ha interrotto gli esami di maturità dopo aver sostenuto una sola prova, quella di fisica, un solo giorno prima dello scoppio della guerra.

Qui sono iniziate le decisioni del Ministero dell’Istruzione di quel tempo, con un decreto dopo l’altro che posticipava le materie una dopo l’altra, fino a quando è stato emesso un decreto che rinviava completamente gli esami fino a nuovo avviso, e fino ad oggi non è stato emesso alcun decreto riguardo al completamento degli esami.

Poi è stato emesso un decreto all’interno della provincia, non proveniente dal ministero, per completare gli esami all’inizio del prossimo novembre, il che significa che il ministero non lo riconosce e quindi lo studente che supera gli esami non può entrare nelle università siriane.

Il suo sogno e dodici anni di studio e sacrifici sono andati persi in un attimo.

Per quanto riguarda mio/a figlio/a minore, l’anno scolastico è iniziato ed è andato/a a scuola, ma alcune scuole non hanno ancora aperto le porte agli studenti perché ospitano centinaia di sfollati e gli studenti di quelle scuole sono ancora a casa loro,

Fino a ieri è stato emesso un decreto che sospende le lezioni nelle scuole fino a nuovo avviso senza specificare le ragioni.

I soliti noti, interessi
Distruggere per ricostruire

Secondo la Banca Mondiale, la ricostruzione potrebbe costare tra i 140 e i 345 miliardi di dollari, ma la “migliore stima prudenziale” è di 216 miliardi di dollari (185 miliardi di euro)

Le Nazioni Unite stimano che il 90 per cento della popolazione siriana viva in condizioni di povertà.

Fonte: EuroNews

Chi c’è dietro la ricostruzione?
Oh perbacco, una banca…

La Banca Mondiale rappresentata da Jean-Christophe Carret, il direttore della divisione della Banca mondiale per il dipartimento del Medio Oriente (Iran, Iraq, Giordania, Libano e Siria).

Nella sua posizione attuale, Carret fornisce la leadership strategica complessiva per l’impegno della Banca in questi paesi attraverso il dialogo con tutte le parti interessate e in linea con l’enfasi della Regione sull’occupazione, sulla crescita sostenibile, sull’inclusione e sulla governance. Gestisce inoltre lo sviluppo di un forte programma analitico in grado di informare le scelte politiche e di investimento e il dibattito pubblico, poiché i paesi mirano a istituire riforme economiche e politiche e/o quando emergono da un conflitto.

Fonte

Un solo mese dopo l’attacco a Suwayda, Jean-Christophe Carret era a parlare di finanziamenti

Agosto 2025 – Il Ministro degli Affari Esteri e degli Espatriati della Repubblica Araba di Siria Asaad Al Shaibani ha incontrato mercoledì il Direttore della Divisione della Banca Mondiale per il Dipartimento del Medio Oriente, Jean-Christophe Carret, in visita a Damasco.

L’incontro ha discusso le modalità per rafforzare la cooperazione allo sviluppo e alla ricostruzione tra la Siria e la Banca Mondiale.

Fonte

Ma già a giugno la Banca Mondiale aveva stanziato fondi

Giugno 2025 – Il consiglio esecutivo dell’istituto di credito ha approvato due programmi distinti, con 146 milioni di dollari di finanziamenti destinati alla Siria.

Jean-Christophe Carret:

“Tra le urgenti necessità di ricostruzione della Siria, la riabilitazione del settore elettrico è emersa come un investimento fondamentale e senza rimpianti, che può migliorare le condizioni di vita del popolo siriano, sostenere il ritorno dei rifugiati e degli sfollati interni, consentire la ripresa di altri servizi, come quelli idrici e sanitari, per la popolazione e contribuire all’avvio della ripresa economica”

Fonte

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