Lettera di dimissioni
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“E’ un caso di genocidio da manuale”.
Lettera di dimissioni di Craig Mokhiber
alto funzionario Onu per i diritti umani

Craig Mokhiber, avvocato specializzato in diritto internazionale e diritti umani, ha lavorato per le Nazioni Unite dal 1992 ricoprendo una serie di ruoli sempre più importanti.
Ha guidato il lavoro dell’Alto Commissario sull’elaborazione di un approccio allo sviluppo basato sui diritti umani e ha agito come consigliere senior per i diritti umani in Palestina, Afghanistan e Sudan.

Nella lettera di dimissioni di Mokhiber, l’ora ex-Direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, emerge un grido di angoscia e indignazione. Il testo che seguirà rappresenta un’eloquente testimonianza delle profonde preoccupazioni dell’autore riguardo a quanto sta accadendo in Palestina.

Mokhiber sottolinea come l’ideologia coloniale etno-nazionalista e le persecuzioni sistematiche perpetrate contro la popolazione palestinese abbiano raggiunto proporzioni inaccettabili.
Descrive in maniera cruda gli attacchi indiscriminati a case civili, scuole, chiese, moschee e strutture mediche a Gaza, nonché il continuo sequestro di terre in Cisgiordania, basato esclusivamente sulla razza.
L’autore denuncia l’apartheid diffuso in tutto il territorio e definisce questa situazione un “caso di genocidio da manuale”.

Un altro punto importante emerso dalla lettera riguarda la complicità di vari governi, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito e gran parte dell’Europa, nell’assalto in corso. Questi paesi, anziché rispettare gli obblighi derivanti dalle Convenzioni di Ginevra, sono accusati di sostenere attivamente Israele, fornendo supporto economico, intelligence e copertura politica alle atrocità commesse.

Lettera di dimissioni

del direttore dell’ufficio di New York dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Craig Mokhiber.

Nazioni Unite – 28 ottobre 2023

Caro Alto Commissario,

Questa sarà la mia ultima comunicazione ufficiale nei vostri confronti in qualità di Direttore dell’Ufficio di New York dell’Alto Commissario per i Diritti Umani.

Scrivo in un momento di grande angoscia per il mondo, anche per molti nostri colleghi. Ancora una volta, stiamo assistendo a un genocidio che si svolge davanti ai nostri occhi e l’Organizzazione che serviamo sembra impotente a fermarlo. Come persona che ha indagato sui diritti umani in Palestina dagli anni ’80, ha vissuto a Gaza come consulente per i diritti umani delle Nazioni Unite negli anni ’90 e ha svolto diverse missioni sui diritti umani nel paese prima e dopo, questo è profondamente personale per me.

Ho anche lavorato in queste sale attraverso i genocidi contro i tutsi, i musulmani bosniaci, gli yazidi e i Rohingya. In ogni caso, quando la polvere si è depositata sugli orrori perpetrati contro popolazioni civili indifese, è diventato dolorosamente chiaro che avevamo fallito nel nostro dovere di soddisfare gli imperativi di prevenzione delle atrocità di massa, di protezione dei vulnerabili e di responsabilità per i colpevoli. E così è stato con le ondate successive di omicidi e persecuzioni contro i palestinesi durante tutta la vita delle Nazioni Unite.

Alto Commissario, stiamo fallendo ancora.

Come avvocato per i diritti umani con più di tre decenni di esperienza nel settore, so bene che il concetto di genocidio è stato spesso oggetto di abusi politici. Ma l’attuale massacro del popolo palestinese, radicato in un’ideologia coloniale etno-nazionalista, in continuazione di decenni di persecuzioni ed epurazioni sistematiche, basate interamente sul loro status di arabi, e accoppiate con esplicite dichiarazioni di intenti da parte dei leader del governo e l’esercito israeliani non lasciano spazio a dubbi o dibattiti. A Gaza, case civili, scuole, chiese, moschee e istituzioni mediche vengono attaccate arbitrariamente mentre migliaia di civili vengono massacrati. In Cisgiordania, inclusa Gerusalemme occupata, le case vengono sequestrate e riassegnate in base esclusivamente alla razza, e i violenti pogrom dei coloni sono accompagnati da unità militari israeliane. In tutto il paese regna l’apartheid.

Questo è un caso da manuale di genocidio. Il progetto coloniale europeo, etno-nazionalista e di insediamento in Palestina è entrato nella sua fase finale, verso la rapida distruzione degli ultimi resti della vita indigena palestinese in Palestina. Inoltre, i governi degli Stati Uniti, del Regno Unito e di gran parte dell’Europa sono totalmente complici del terribile assalto. Non solo questi governi si rifiutano di rispettare gli obblighi derivanti dai trattati “per garantire il rispetto” delle Convenzioni di Ginevra, ma di fatto stanno armando attivamente l’assalto, fornendo supporto economico e di intelligence e fornendo copertura politica e diplomatica alle atrocità di Israele.

FONTE: LaLuceNews

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