La digitalizzazione della scuola impedisce una vera formazione degli studenti e ne degrada le capacità intellettuali
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Uno dei miti più diffusi, nonostante tutte le evidenze contrarie, è che occorra digitalizzare le attività scolastiche ed educative.  Si tratta appunto di un mito.  Anche senza l’auiilio di statistiche, semplicemente ragionando, è facile capire che più digitalizzo i processi di apprendimento, più questi portano a risultati peggiori.  Apprendere, soprattutto alle scuole elementari e medie inferiori, implica il rapporto con un maestro, l’acquisizione di una perfetta calligrafia, la capacità di leggere fluentemente un testo  comprendendone il senso e riuscendo a riassumerlo efficacemente. Vi sono poi le competenze legate alla scrittura, ovvero il saper esporre in un italiano corretto grammaticalmente er sintatticamente il proprio pensiero, sviluppando argomentazioni e trattando in modo profondo e completo il tema proposto.

Ovviamente vi è poi l’area delle competenze matematiche e scientifiche: il calcolo, l’astrazione logica, la soluzione di problemi applicando leggi fisiche o chimiche, etc.  Perché queste capacità e competenze siano raggiunte è essenziale che gli studenti si abituino precocemente a leggere testi di crescente importanza e ampiezza, scrivano su carta e non utilizzando una tastiera, espongano oralmente i temi studiati. L’uso del computer in qualunque forma ostacola la crescita dello studente, lo disabitua a leggere  e a scrivere, lo distrae, lo isola dal contesto della classe, lo abitua a una falsa oggettività che non viene più raggiunta attraverso uno sforzo personale, di9sloca il professore in uno sfondo lontano e opaco e ne degrada l’immagine. Riportiamo qui sotto lo scritto del famoso psichiatra tedesco Spitzer contro la digitalizzazione della scuola.  Chi tiene alla formazione dei propri figli si informi e vigile.

(a cura  di Sonia Milone su Comedonchisciotte) Adottato con decreto del Ministro dell’Istruzione n. 161 del 14 giugno 2022 – durante il Governo Draghi – e finanziato dal PNRR come parte degli obiettivi fissati per l’ottenimento dei fondi (Target UE M4C1-19), il ‘Piano Scuola 4.0’ rappresenta il definitivo tassello per la transizione digitale di tutto il sistema scolastico italiano entro il 2025.

Lo scopo dichiarato è dotare la didattica dell’uso massivo di tecnologie informatiche, allo scopo di trasformare le aule “in ambienti innovativi di apprendimento” e realizzare “laboratori per le professioni digitali del futuro” prevedendo persino lezioni nel Metaverso, denominato orwellianamente Eduverso. Tutto in perfetta conformità con quanto stabilito dalla Commissione europea con il ‘Piano d’azione per l’istruzione digitale’ a partire dal 2018, ribadito e rafforzato nel 2021 in piena pandemia.

Per comprendere l’evoluzione della trasformazione digitale imposta dalla Commissione in Europa a partire dal 2010 vi invitiamo a scaricare il PDF a fine articolo.

In questa sede vogliamo invece incentrarci sui pericoli che la digitalizzazione della didattica comporta per i più piccoli, i nostri figli, fratelli, nipoti; soggetti considerati fragili poiché dalla mente plasmabile che più di tutti subiranno questa trasformazione, inconsapevoli dei danni che subiranno.

Il ‘Piano Scuola 4.0’ è infatti stato adottato nonostante non esista nemmeno uno studio scientifico in grado di dimostrare la migliore efficacia della nuova didattica rispetto alla metodologia tradizionale e nonostante – fatto ancora più grave – numerose ricerche ne abbiano evidenziato i danneggiamenti dei processi di apprendimento e della salute degli studenti.

E quando tutto ciò, tra qualche anno, sarà palese – proprio come sta accadendo in questo momento in Svezia – i nostri rappresentanti non potranno giustificarsi poiché proprio la 7ª Commissione permanente del Senato italiano organizzò nel 2019, un’“indagine conoscitiva sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento”, invitando alcuni dei più autorevoli esperti del settore che lanciarono un vero e proprio grido di allarme.

Resoconto n° 1 – Audizione del prof. Manfred Spitzer, neuropsichiatra, direttore della Clinica psichiatrica e del Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm

L’evoluzione della trasformazione digitale imposta dalla Commissione in Europa

Fonte: Matteo D’Amico

La digitalizzazione della scuola impedisce una vera formazione degli studenti e ne degrada le capacità intellettuali