Scuola
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Lo sai che la scuola non trasmette più conoscenza vera ma protocolli di propaganda?

“La scuola dovrebbe essere un luogo bellissimo” (Oscar Wilde), ma purtroppo non è più così poiché questo luogo di formazione umana e culturale ha subito un progressivo deterioramento.

A prova di ciò i recenti fatti di cronaca, raccontano di episodi inaccettabili di maltrattamenti ai danni di piccoli alunni.

La crisi sanitaria globale ha compromesso la quotidianità e i diritti costituzionali, ma anche i bisogni dei bambini e degli adolescenti.

La mancanza di scuola, relazioni sociali e spazi all’aperto ha impattato sulla loro salute mentale e sociale.

Il ritorno a scuola, trasformato in un presidio sanitario, solleva domande sulla loro salute e sviluppo.

È cruciale comprendere gli effetti emotivi e cognitivi di questa crisi e trovare modi per proteggerli, sia come insegnanti che come genitori.

Forze esterne, hanno portato ad una lenta, ma inesorabile, distruzione controllata che dal modello di propagazione della conoscenza è passata ai protocolli della propaganda.

Nel processo di decadenza del percorso educativo scolastico, è stata inoltre introdotta l’ideologia Gender che, col pretesto di considerare il genere come una costruzione sociale e culturale presenti nella società piuttosto che come una caratteristica biologica, in realtà mira a distruggere l’identità sessuale dei giovanissimi a partire dalle scuole primarie.

Diversamente da quel che si pensa, l’ideologia Gender non ha nulla a che vedere con l’omosessualità o con altri orientamenti sessuali, ma dietro di essa sono emersi profonde problematiche legate anche alla pedofilia.

Gender – Ricomincia la scuola e l’indottrinamento

11/09/2016

La prossima settimana ricomincia la scuola e ricomincia la propaganda all’ideologia gender. 

Un lettore ci scrive un invito a vigilare e a far sentire le nostre proteste in materia.

In questi giorni riprende la scuola e si presenta, come da qualche anno a questa parte, la preoccupazione del mandare i nostri figli nella scuola più idonea.

Abbiamo visto come, negli anni scorsi, quella che dovrebbe essere la scuola pubblica, e perciò libera, incamminarsi verso una strada che di libero non ha proprio nulla.

Nella più classica delle interpretazioni del pensiero marxista lo Stato interviene pesantemente sull’etica comportamentale del fanciullo pretendendo di dettare le linee guida per la sua formazione, anche in campi nei quali non dovrebbe metter becco.

Uno di questi ambiti è senz’altro l’affettività e, negli anni scorsi, abbiamo visto l’assalto di truppe agguerritissime che cercavano, e cercano tutt’ora, di occupare uno spazio, ritenuto libero, che appartiene di diritto alla famiglia.

Alla famiglia, infatti, è delegata per status naturale, ma anche dalla Costituzione – art. 30, la funzione dell’educazione dei fanciulli, lo stesso articolo prevede che lo Stato possa intervenire solo qualora i genitori siano dichiarati incapaci.

Viste come stanno le cose vien da pensare che le Istituzioni che ci governano si siano formate l’opinione che siamo tutti incapaci e che non siamo più in grado di educare correttamente i nostri figli. 

Se questo concetto in alcuni casi può trovare conforto nel vissuto di qualche famiglia ciò non rappresenta certamente la generalità dei casi e la pretesa dello Stato di insegnare ai nostri pargoli quale sia l’atteggiamento da tenere nei confronti di chi è diverso da noi, le tecniche per il raggiungimento del piacere sessuale attraverso la masturbazione, l’esplorazione del proprio corpo, il concetto di omosessualità e le relative implicazioni, la scelta, in età precoce e non, di scegliere il “gender” al quale appartenere a prescindere da quello che ha stabilito Madre Natura …. e via dicendo, appare in netto contrasto con il diritto della famiglia di indirizzare le opinioni dei propri figli secondo la propria cultura, secondo le proprie tradizioni e credenze religiose.

Lo Stato, infatti, commette un abuso arrogandosi delle competenze che sono proprie della famiglia.

A nulla sono valse manifestazioni, articoli di stampa, pareri di illustri psicologi.

Lo Stato tira diritto per la sua strada fregandosene dell’altrui pensiero (che è quello rappresentato dalla maggioranza della popolazione) e organizzando nelle scuole corsi sulle relazioni di genere pretendendo di annullare le differenze che esistono tra maschio e femmina, favorendo l’ingresso nella scuola di associazioni LGBT in qualità di consulenti, spesso talmente impreparati da creare imbarazzo, e/o docenti fortemente ideologizzati, in modo che questi ultimi possano bellamente propagandare la loro visione del mondo e dei rapporti tra le persone, secondo l’ideologia gender.

Queste cose sono successe, e succedono, nelle scuole italiane, meno nel nostro Trentino, molto di più in Emilia Romagna, Lazio, Friuli.

Abbiamo visto proporre letture di carattere pornografico quale testo curriculare (Liceo G. Cesare di Roma), istruzioni dettagliate su come usare un preservativo nei rapporti oro-anali (progetto “peer education” Bolzano, condotto nelle scuole da volontari la cui preparazione risulta quantomeno dubbia), lezioni tenute da Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria e noto transgender (Modena Liceo Muratori).

Casi come questi sono frequentissimi nelle scuole italiane, basta vedere il dossier scaricabile dal sito di ProVita o di Fd-AN del Trentino, ma l’evidente manovra di indottrinamento è fortemente negata dalle scuole, dalle Province che erogano i fondi necessari, dalle Associazioni LGBT che fomentano questa propaganda.

E tutto il mondo della sinistra che per ideologia distorta o per meri scopi elettorali fa da bordone a questa porcheria.

Invitiamo, allora, tutte le famiglie che non si trovano d’accordo con questo a negare qualsiasi consenso ai POF ( Piani dell’Offerta Formativa ) che dovessero contenere attività non in linea con i propri convincimenti, le invitiamo altresì a far sentire la propria voce e a non essere soggetti passivi nell’educazione dei propri figli, ricordiamo loro che è un loro preciso diritto conoscere quello che la scuola offre come pacchetto formativo come è un loro preciso diritto rifiutare indottrinamenti indebiti nel campo dell’affettività non in linea con il proprio “ sentire”.

E’ ora di riappropriarci delle nostre proprie funzioni specifiche perché se le lasciamo in mano allo Stato non possiamo poi lamentarci se dalla scuola pubblica arrivano informazioni non gradite e, comunque, non consone all’età dei nostri figli ed alle tradizioni del nostro nucleo.

Queste, purtroppo, sono previste nei documenti dell’OMS, nela legge detta Buona Scuola, nei disposti provinciali delle Regioni Autonome che gestiscono l’Istruzione.

L’hanno scritto, lo faranno e, non trovando contrasto nelle famiglie, sarà sempre peggio perché verremo condotti verso un pensiero unico che svilisce il nostro essere uomini e viola gravemente il diritto di ciascuno di noi di occuparsi dell’educazione della propria prole.

Guerrino Soini

Fnte: provitaefamiglia

Emergenza scuola. I bisogni ignorati dei nostri figli nella crisi sanitaria

08 dicembre 2020

È stato appena pubblicato il libro EMERGENZA SCUOLA.

I bisogni ignorati dei nostri figli nella crisi sanitaria, scritto da me e dalla collega Giuditta Fagnani per l’editore Il Leone Verde.

Questo l’argomento del libro:

La crisi sanitaria globale ha messo in discussione non solo la nostra quotidianità e i nostri diritti costituzionali, ma anche i bisogni e i diritti di bambini e adolescenti.

Sono venuti meno la scuola, le relazioni, il gioco con i coetanei, la vita all’aria aperta, la serenità, la libertà, la gioia, l’esperienza del contatto e dell’abbraccio.

Dopo la lunga quarantena forzata, il rientro a scuola ha trasformato il già dissestato sistema nazionale di istruzione in un presidio sanitario, governato da regole ferree e del tutto estranee alle finalità della crescita e dell’apprendimento.

Come ha influito tutto questo sulla salute complessiva di bambini e ragazzi? Quanto ne ha risentito il loro sviluppo affettivo, cognitivo e sociale? Quali rischi corrono? Quali emozioni sono in gioco in questa fase di crisi? Quali effetti avrà questo scenario mai visto sul loro benessere psicologico e sul loro futuro? Come possiamo aiutarli? Come possiamo difendere la nostra salute, il nostro equilibrio e i nostri valori? Di quali risorse possiamo disporre, come insegnanti e come genitori?

Le autrici:

Patrizia Scanu, laureata in Filosofia, in Lettere classiche e in Psicologia clinica, docente liceale di Scienze umane e psicologa libera professionista, è autrice di manuali scolastici e di pubblicazioni accademiche, scrive articoli su argomenti filosofici, psicologici, sociali, politici e sui problemi della scuola.

È membro di SinergEtica e collabora stabilmente con il Centro di Gravità, fondato da Giulietto Chiesa, con la rivista Sovranità popolare e occasionalmente con alcuni blog e riviste. Ha un suo Blog, Fuori dal Labirinto.

Giuditta Fagnani, psicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta sistemico-relazionale, svolge la sua attività professionale in provincia di Firenze, dove lavora con un team multidisciplinare per la cura integrale della persona. Ha approfondito i temi del trauma e del fine vita.

Recensioni: Emergenza psicologica per bambini e ragazzi: i bisogni ignorati

Fonte: patriziascanu

Fonte: paceultimachiamata

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