«Morti improvvise in aumento,
servono più autopsie»:
medico sospeso per due mesi
Il 25 marzo su Treviso Today è uscito l’articolo sul medico necroscopo trevigiano Valerio Petterle.
Alcune sue dichiarazioni relative alle morti improvvise in aumento, sono costate al medico necroscopo dell’Ulss 2 il provvedimento di sospensione di due mesi.
Commento di
Antonietta Veneziano
Avvocato Libero
Sono cresciuta in una terra dove il coraggio della verità si paga con l’umiliazione, il pregiudizio, a volte anche con il sangue.
Per questo esiste un modus vivendi tacitamente accettato dalla società, anche da quella parte lontana dagli ambienti criminali, in base al quale se si vuole vivere in pace, conservare i propri privilegi e la propria tranquillità, bisogna accettare supinamente, non vedere, non sentire, e soprattutto non parlare.
Omertà la chiamano, quell’aria pesante che spesso è determinata dalla paura, dalla convenienza, dall’esigenza di evitare pregiudizi alla propria persona o alla propria famiglia.
Si preferisce girare la testa dall’altra parte, o peggio abbassarla accettando un sistema ingiusto ma più forte, perché si sa bene che se si alza la voce, ci si ribella, il sistema userà il suo metodo per infliggerti una punizione che, oltre ad indebolirti e a rimetterti “al tuo posto” dovrà servire da esempio per chiunque voglia fare lo stesso.
Metodo mafioso lo chiamano.
Dott. Valerio Petterle
Ora questo medico trevigiano, per aver reso noto quello che ogni giorno constata svolgendo il suo lavoro – il dott. Valerio Petterle è medico necroscopo –
è stato sospeso per due mesi senza retribuzione dalla Ulss di cui è dipendente.
Ciò per aver raccontato ad un giornale che “le morti improvvise sono in aumento e la metà dei decessi è per Sads, sindrome della morte improvvisa dell’adulto” e che “uno su due era sano, e in tutti ci sono danni alla ghiandola pineale, come se il loro sistema immunitario fosse deteriorato”.
Il dott. Petterle ha detto una verità oggettiva che è sotto i suoi occhi, senza formulare accuse; eppure la sola possibilità che si possano adombrare sospetti sui sieri anticovid ha portato la Ulss a comminare il provvedimento punitivo.
Così il medico, immediatamente pregiudicato, capirà che se vuole lavorare senza problemi in futuro deve evitare certi comportamenti “sgraditi al sistema”.
E chissà quanti suoi colleghi, pur notando qualcosa di anomalo, a questo punto decideranno di girare la testa dall’altra parte e far finta di nulla, preferendo il quieto vivere al coraggio.
Non so voi, ma io sento aleggiare quella stessa aria pesante.
FONTE: ALI – Avvocati Liberi