Conspiracy facts e
bio-crimini contro l’umanità
Avvocati liberi
Estratto del parere n. 20 del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina (CIEB), a cura del Prof. Avv. Luca Marini, docente di diritto internazionale all’Università “La Sapienza” di Roma.
Estratto dal documento CIEB
L’acquiescenza verso le dichiarazioni rese dagli stakeholder in merito all’affaire Covid ha ormai assunto dimensioni e livelli tali da configurare i sintomi della sindrome di Stoccolma.
Le dichiarazioni dei vertici Pfizer al Parlamento europeo sulla mancata sperimentazione del cd vaccino anti-covid e le dichiarazioni rese al World Economic Forum di Davos dai vertici di Moderna sulla disponibilità del vaccino prima ancora della diffusione del virus Sars-Cov-2, sono state seguite da una singolare assenza di considerazione, che denota una diffusa apatia, invece di essere sottoposte al vaglio delle competenti autorità giudiziarie.
Esse, infatti, confermano quanto rilevato fin dall’inizio dell’affaire Covid da una pluralità di studiosi – non ultimo il compianto Premio Nobel Luc Montagnier – che avevano denunciato l’origine artificiale del virus Sars-Cov-2 e persino la sua probabile immissione deliberata nell’ambiente.
L’esistenza di una vera e propria cospirazione, spacciata per “teoria della cospirazione” da chi l’ha ordita, trova ulteriore conferma nell’esitazione vaccinale maggiore negli Stati in cui è stato consentito un dibattito aperto e trasparente sui rischi e sugli effetti avversi del “vaccino” medesimo.
La ratio sottesa alle misure adottate dagli Stati occidentali era di lasciare di fatto irrisolta la risposta terapeutica al Covid allo scopo di favorire una “campagna vaccinale” consistente nella più vasta, capillare e spietata sperimentazione di massa della storia.
Emblematico è stato, in tal senso, il caso dell’Italia, dove il Ministero della Salute, imponendo la strategia della “tachipirina e vigile attesa”, ha impedito ai medici di base di individuare e sviluppare efficaci soluzioni terapeutiche, che il più delle volte avrebbero potuto fondarsi su farmaci già noti e dal costo contenuto.
La “campagna vaccinale”, inizialmente fondata sul terrore, ha poi fatto leva su dinamiche solidaristiche per scivolare rapidamente, mediante lo strumento del Green Pass, verso meccanismi premiali e giungere infine alla sua destinazione programmata, l’obbligo “vaccinale”.
Che l’introduzione di meccanismi e strumenti premiali – modellati sul sistema di credito sociale proprio a taluni Stati – costituisca il precipuo scopo socio-politico dell’affaire Covid è ormai sotto gli occhi di tutti; forse meno evidente è il fatto che l’affaire Covid è servito ad accelerare l’immissione in commercio di farmaci sperimentali fondati sulla tecnica dell’mRNA: farmaci in grado di interagire con il DNA (e con il genoma) umano e quindi suscettibili di produrre effetti di breve, medio e lungo periodo del tutto imprevedibili.
È del resto innegabile che, con l’affaire Covid, la società occidentale, Italia in testa, è entrata in una sorta di dittatura falsamente non-violenta, basata sulla graziosa concessione di quelli che una volta erano diritti fondamentali e inalienabili in cambio dell’accettazione di qualsivoglia imposizione: oggi sono gli obblighi vaccinali, domani potrebbero essere i limiti alla procreazione o la selezione delle caratteristiche genetiche dei nascituri o l’eutanasia, in un crescendo orwelliano che conduce inevitabilmente allo stravolgimento dell’antropologia umana e alla dissoluzione della società civile.
In questo contesto, hanno commesso illeciti penali tali da integrare gli estremi di una nuova e particolare categoria di crimini internazionali: i bio-crimini contro l’umanità.
FONTE: ALI – Avvocati Liberi