Spagiria
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Spirito, anima e corpo: il segreto della spagiria

Alla scoperta dell’antica filosofia e pratica medica che, imitando la perfezione della natura, mira alla conoscenza dell’uomo nella sintesi unica di microcosmo e macrocosmo.

Comprendere la realtà, afferrare il senso del Tutto, capire le regole che governano il grande libro della vita: sono state le preoccupazioni che da sempre hanno caratterizzato la filosofia antica e moderna, la religione, la scienza e gran parte dei saperi umani, in ogni angolo del mondo e in ogni tempo.

Scienza e medicina occidentale da anni ormai hanno scelto la via del sapere analitico, logico e dualistico, arricchendosi senza dubbio nella specializzazione dei saperi, ma perdendo di vista la conoscenza più profonda dell’uomo.

Parallelamente esiste però da sempre, in ogni cultura, un percorso diverso che trascende la visione analitica e ricerca la magia della sintesi, dell’Olos, individuando una terza dimensione del pensiero.

Alchimia e spagiria percorrono da sempre questo cammino, unendo sapere e conoscenza, al fine di accedere alla salute integrale dell’uomo nell’armonia perfetta tra microcosmo e macrocosmo.

Cerchiamo di approfondire meglio con l’aiuto del dottor Carlo Conti, naturopata, laureato in scienze e tecniche psicologiche, ricercatore e operatore spagirico.

Dottor Conti, per cominciare ci può spiegare cosa è esattamente la spagiria?

La spagiria è una filosofia e pratica antichissima che concepisce tutto ciò che esiste (visibile e invisibile) come frutto di relazioni tra forze energetiche o archetipi.

Le caratteristiche e l’intreccio di queste forze sono infatti oggetto di ricerca per chiunque si applichi a questa disciplina, con finalità non solo conoscitive ma di acquisizione di competenze operative.

Si può dire, a giusta ragione, che la spagiria sia il corrispettivo occidentale della più nota energetica orientale.

Come viene concepito l’insorgere della malattia alla luce della visione spagirica?

La malattia è rappresentazione di un rapporto disarmonico tra le diverse qualità energetiche che, nel loro complesso, costituiscono l’energia vitale dell’individuo.

Le conseguenze di questo squilibrio si manifestano sull’insieme degli ambiti della persona, in una visione integralmente olistica della natura umana.

Quali caratteristiche deve avere un rimedio spagirico?

La lavorazione spagirica consente di estrarre, purificare, rendere disponibili e assimilabili le qualità energetiche di ciò su cui si è operato.

Conseguentemente, utilizzando un rimedio spagirico, è possibile nutrirsi della terrestrità del corpo fisico, dell’adattabilità dellíambito animico, della volontà propria, della dimensione spirituale delle piante e, più in generale, di ogni “individuo di natura” che si ponga in lavorazione.

Quali sono i momenti migliori per raccogliere una pianta e quali le caratteristiche indispensabili del terreno?

Le modalità di lavorazione da rispettare sono numerose e severe, a partire dal fatto che la raccolta deve riguardare esclusivamente piante spontanee.

In generale si può dire che ogni operazione deve essere compiuta nel momento in cui vi sia la massima disponibilità di ciò che si vuol raccogliere, il che richiede la capacità di valutare precisamente lo stato energetico del luogo in cui si opera e i suoi tempi.

La spagiria è infatti anche una chiave di lettura del territorio e delle forze che in esso si esprimono.

Colpisce molto il fatto che uno degli “ingredienti” indispensabili per ottenere un ottimo rimedio sia la virtù dell’operatore, che deve trasfondere nel farmaco il giusto stato d’animo.

Vengono in mente le recenti scoperte relative alla fisica subatomica.

Molte delle più recenti scoperte dell’ambito subatomico confermano conoscenze antiche, che affermano l’esistenza non di fatti ma di processi in atto nei quali si è coinvolti e con i quali si interagisce a tutti i livelli.

All’operatore spagirico, infatti, viene raccomandato di compiere le operazioni di laboratorio quando “il cielo è sereno e privo di nubi”, con riferimento non tanto al tempo meteorologico quanto alle condizioni del suo “cielo interiore”, alla serenità delle propria Acqua (ambito emotivo) e allo stato di purezza della sua Aria (ambito mentale).

Esiodo ci ha tramandato, in modo ancor meno velato, il senso di questa dinamica, affermando la necessità di “arare il proprio campo nudi”, vale a dire raccomandando di operare senza pregiudizio e senza attaccamento alle conseguenze del proprio agire.

Paracelso, l’iniziatore della spagiria

sottolineava il fatto che assumere un rimedio spagirico significa fare una sorta di “seduta psicoterapica” e a distanza di secoli Jung, nella sua opera “Psicologia e alchimia”, individuò in quest’ultima un mezzo per il raggiungimento del sè, ovvero del più alto livello di coscienza. Può chiarirci meglio questo concetto?

Le forze archetipiche, a cui accennavo sopra, non determinano semplicemente l’esistenza della materia ma, attraverso le loro infinite relazioni e combinazioni, ci permettono di descrivere e interpretare anche gli ambiti più reconditi della nostra esistenza e del nostro comportamento, i nostri stati d’animo e le qualità dei nostri pensieri.

I rimedi spagirici sono stati realizzati proprio per sostenere l’individuo nella faticosa impresa di “governare i propri astri” su tutti i piani (fisico, animico, spirituale) piuttosto che esserne vittima e trovarsi privato della qualità umana più discriminante: il libero arbitrio.

Del resto la possibilità di concepire e manifestare la propria volontà è possibile solo in presenza di centralità ed equilibrio nella persona.

Secondo la visione analogico-simbolica Tutto è Uno, e quanto esiste in terra esiste anche in cielo con influenza reciproca.

E’ per questo che anche l’influenza astrale si rivela importante nel determinare la salute umana?

Paracelso affronta questa problematica in modo analitico nel suo Liber Paramirum, parlando nello specifico di Ens Astrale, una delle cinque possibili cause di malattia.

L’influenza degli astri, ci spiega, non colpisce direttamente l’uomo ma è invece operante sull’ambiente e sulle sue qualità elementari, di cui l’uomo si nutre e attraverso cui può provare sofferenza.

E’ invece del tutto estranea alla filosofia spagirica una visione deterministica dell’influenza degli astri sull’uomo, creato invece per saperli governare.

Nascere con specifiche caratteristiche non significa pertanto rimanerne schiavi.

Quali sono i rapporti e le differenze sostanziali tra spagiria, omeopatia, fitoterapia e medicina allopatica?

Fitoterapia e medicina allopatica basano l’efficacia e l’effetto della terapia sulla presenza ponderale dei principi attivi contenuti nei farmaci o nei rimedi utilizzati, che svolgono azione contrastante e contraria alla sintomatologia della malattia in atto, sostituendosi alle reazioni fisiologiche endogene.

L’omeopatia è medicina informazionale, ovvero i rimedi non contengono alcuna traccia ponderale della materia prima di partenza, bensì essi trattengono l’informazione della materia che ricerca il “simile patologico” per aumentare la consapevolezza del processo morboso da parte dell’organismo e sostenere la reazione fisiologica allo squilibrio che crea sofferenza.

La spagiria è anch’essa medicina informazionale ma, diversamente dall’omeopatia, non trascura l’importanza della componente biochimica.

Una caratteristica dei rimedi spagirici è infatti quella di contenere, più di ogni altra tipologia di rimedi, le componenti chimico-fisiche presenti nel materiale di partenza.

Nel rimedio spagirico infatti, devono essere presenti e purificate tutte le componenti del cosiddetto “individuo di natura” che si è lavorato, ovvero il Sale (corpo), il Solfo (anima), il Mercurio (spirito), affinchè i corrispondenti ambiti umani possano esserne sostenuti.

L’individuazione della terapia è quindi frutto della ricerca del “simile fisiologico”, vale a dire delle qualità energetiche di cui l’individuo è carente e che possono essere nutrite dai rimedi opportuni, al fine di operare un naturale riequilibrio della persona in tutte le sue molteplici dimensioni.

Spagiria e alchimia

L’alchimia 

è la più antica speculazione filosofica sulla natura dell’universo e dell’uomo, sorta nel III secolo in Egitto e passata alla storia soprattutto come l’arte di trasmutare i metalli vili in oro: un concetto da intendersi come ricerca di elevazione e perfezione umana (oro interiore).
Paracelso (1593-1541), astrologo, alchimista e medico svizzero, applicò le teorie e tecniche alchemiche allíarte medico-farmaceutica del suo tempo: nacque così la Spagiria.

Spagiria deriva dai verbi greci spao e agheiro, ovvero “separo” e “unisco”, con riferimento alla pratica di estrarre il principio divino e intelligente del rimedio (sulfur), purificarlo e riunirlo alla componente energetica (merkur) e corporea (sal) in forma potenziata.

Nei rimedi vegetali sulfur corrisponde all’olio essenziale, merkur alla tintura madre e sal al principio attivo.

Alchimia e spagiria si basano sui principi di analogia, per cui tutto ciò che esiste è manifestazione di un unico principio vitale che abbraccia cielo, terra, piante, animali, uomini e tutto il creato.

Fonte: terranuova

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