Processo penale
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Trento, al via il terzo processo penale (due ricorsi già vinti) per disobbedienza civile: “a testa alta per le libertà”

Il 30 aprile ad ore 9.00 presso il Tribunale di Trento, si terrà la terza e ultima udienza per il processo penale a carico di Laura Tondini e Ezio Casagranda, che durante le manifestazioni di protesta nel periodo delle restrizioni e imposizione dell’obbligo vaccinale, si sono rifiutati di chiedere seppur bonariamente o a scopo puramente dimostrativo di chiedere alle persone di indossare le mascherine, come invece preteso dagli agenti della Digos.

Una scelta di coerenza con le ragioni delle proteste, che ha visto quindi scattare le denunce verso Tondini e Casagranda, che hanno ricevuto tre decreti penali di condanna ai quali hanno fatto ricorso vincendo già i primi due, nelle udienze tenutesi ad ottobre e dicembre scorsi.

I tempi della giustizia, solitamente molto lunghi anche nel ridente tridente, questa volta hanno battuto tutti i record: dalla denuncia alle “indagini” sino alle condanne, è stato un battito di ciglia.

Per chiarire le ragioni (vere) per le quali riteniamo di essere sotto attacco, alleghiamo lo scritto di presidente e vicepresidente di UniAMOci Trentino APS, che guarda un po’, coincidono anche con i nomi degli imputati.

In occasione dell’ udienza tutta la comunità si riunirà sotto al tribunale di Trento, per aderire contemporaneamente anche allo sciopero digitale indetto a livello nazionale in risposta all’aumento dei limiti dei campi elettromagnetici.

Siamo Laura Tondini e Ezio Casagranda, due persone così diverse fra loro, così distanti per età, trascorsi e vissuto, che sembra incredibile pure a noi di trovarci per la terza volta, di nuovo, ancora, a processo insieme.

In occasione delle altre udienze abbiamo ricevuto molti video fatti da altri, stavolta invece scriviamo noi a tutti quelli che leggeranno.

Siamo la sintesi di questo tempo che ha acceso la luce sul mondo come lo conoscevamo, o come credevamo di conoscerlo: un giorno, di colpo, abbiamo visto chiaramente che cosa abbiamo davanti e così tutto ciò che consideravamo come un discrimine importantissimo, ovvero collocarsi a destra oppure a sinistra, abbiamo iniziato a considerarlo come una mai esistita linea di demarcazione, al netto delle varie e reciproche  nostalgie, considerando come unico e comune nemico un potere sempre più distante e imperante rispetto al popolo che lo subisce.

Comunque, molti di voi queste cose già le sanno, perché le hanno vissute con noi e come noi, perciò veniamo al dunque: questo è il terzo processo penale che affrontiamo, per avere commesso il peggiore dei reati. 

Sapete di cosa si tratta? Oh no, non stiamo parlando delle mascherine che ci siamo – ovviamente – rifiutati di chiedere alle persone di indossare durante le manifestazioni in reazione all’imposizione del green pass.

No no, stiamo parlando del reato vero, quello per il quale il 30 aprile saremo nuovamente processati: la verità è che noi due, testardi e diversi come siamo, abbiamo osato dichiarare guerra al sistema e, ciò che per il sistema è peggio, abbiamo osato dire e dimostrare a tutti che due persone senza nessun partito alle spalle, senza protettori e ognuno coi suoi fardelli alle caviglie, possono permettersi di sfidare il grande gigante, a testa alta, e se lo hanno fatto due persone qualunque, allora, possono farlo tutti.

Questo è il vero reato che abbiamo commesso, quello grave e quello di cui andiamo fieri e che non abbiamo ancora smesso di commettere.

Non importa quanto forte soffierà il vento sul viso, la nostra testa resterà dritta.
Non importa quanto grossa si farà la voce del potere, noi non smetteremo di denunciare e intervenire per cambiare questo mondo di gomma che va spedito verso il metaverso, popolato da una società di transumani destinati a divenire comparse e spettatori, cedendo il posto ai propri avatar per interpretare in maniera perfetta una vita regolata da algoritmi.

Fare la cosa giusta, specialmente quando non conviene, è quello che invertirà la rotta e che fotterà l’algoritmo.

Vi aspettiamo sotto al tribunale, perché indipendentemente da come andrà, LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!

Laura e Ezio

Fonte: oasisana

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