ROMA: DIVIETO ATTIVITA’ ARTIGIANALI NEL CENTRO E NEL PERIMETRO VERDE
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L’area UNESCO è notoriamente quel perimetro di salvaguardia artistico-ambientale che i sindaci istituiscono per tutelare il patrimonio architettonico e verde delle città: nei perimetri UNESCO sono permesse poche attività, come qualche gelateria e libreria, riparazione bici, teatro, convegnistica e spazi museali. A premere sul Sindaco Roberto Gualtieri sono state varie associazioni ambientaliste, che da anni lottano perché vengano chiuse nel centro di Roma le officine come le carrozzerie, i laboratori di falegnameria ed anche le attività da forno.


Dal 2019 il divieto impedisce l’apertura delle nuove attività di vicinato ed artigianali nel sito UNESCO (il centro storico di Roma). Ma con l’allargarsi della Fascia Verde e con la concessione all’UNESCO di nuove aree, il divieto sta pian pianino andando a coincidere con l’intera città di Roma.
Nel 2019, ed in forza della delibera di A.C. n.49/2919, il Comune di Roma operava una ricognizione delle attività produttive del territorio, quindi concludeva che a Roma c’è un eccesso do botteghe artigiane e che l’area UNESCO è l’unico modo per limitare il lavoro e consentire una più drastica azione di chiusura dei laboratori. Di fatto l’area UNESCO incide poco sull’invasione di “bangladini” e negozi di kebab, ma garantisce che i romani non aprano nuovi laboratori. Soprattutto permette che la polizia municipale possa chiudere celermente le attività artigianali.


Le limitazioni UNESCO hanno di fatto una scadenza, ecco che la giunta ha votato a fine giugno la proroga del divieto di apertura di attività artigianali fino al 31 dicembre 2023. L’azione del Comune di Roma sarebbe certamente stata più pesante, cassando l’artigianato per sempre, se Roberto Gualtieri avesse potuto contare su un Governo del suo stesso colore che, tramite il ministero dell’Economia, avrebbe favorito la messa al bando definitiva dei laboratori. La linea della Giunta Gualtieri è talebanamente ecologista, e lavora in totale ossequio al vertice di Davos: ecco perché l’area UNESCO permette di limitare il lavoro umano che, secondo gli scienziati da anni ospiti al WEF, sarebbe il primo fattore d’inquinamento planetario.
Ma qualche imprenditore romano pare abbia già intentato un ricorso al Tar per fermare i divieti area UNESCO… e voci di corridoio pare riferiscano che, secondo qualche magistrato amministrativo, non si potrebbe vietare tutto per sempre.


Poi il centro storico di Roma è un ambito troppo vasto e diversificato, e non parliamo dell’intera città di Roma.
A conti fatti Roma non è più una città che attrae l’investimento in laboratori artigianali e piccole industrie. La giunta Gualtieri ha esasperato la conflittualità tra la classe impiegatizia borghese e i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti…). A conti fatti le limitazioni UNESCO non impediscono l’apertura dei minimarket etnici, ma favoriscono la chiusura di officine, carrozzerie, falegnamerie ed artigiani in genere. Ma il Sindaco Gualtieri pare sostenga che non ci sarebbero limiti per chi apre ciclo officine e negozi di biciclette: una ricetta maoista, che richiede il pugno duro contro chi lavora autonomamente e senza il “permesso di lavoro” (a quando i campi di rieducazione?).

Fonte: LA PEKORA NERA

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