Open
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Open di Mentana fondato da avvocati dello studio legale di Pfizer.

Il Sito tra I Fact-Checker finanziati da Soros, UE e USAID (CIA).

Il giornale online Open, che ha cooptato il giornalista Franco Bechis trasformandolo da direttore investigativo sui vaccini nel quotidiano Il Tempo a comandante di una truppa di fact-checker antiNO-Vax, non solo è da tempo nella corte dei miracoli di George Soros, come aveva anticipato Gospa News e ha dettagliato Il Primato Nazionale in un magnifico articolo di Francesca Totolo che riportiamo in calce, ma la società editrice stata pure fondata, poco più di un anno prima della pandemia, da uno degli avvocati dello Studio Legale Internazionale che difende la Pfizer in una causa negli USA.

Tra gli sponsor della rete di censori impegnati a occultare la pericolosità a volte letale dei vaccini della Big Pharma americana: l’agenzia governativa americana USAID. Braccio operativo finanziario del controspionaggio Central Intelligence Agency (CIA) nelle missioni all’estero.

E’ in questo melmoso contesto di pennivendoli amici delle Big Pharma che opera il noto David Puente, già militante politico del Movimento 5 Stelle.

Tutto ruota intorno al ruolo dell’avvocato Giampiero Falasca, dal 2014 capo dei dipendenti dello studio legale DLA Piper di Milano che ha sede in via della Posta 7, allo stesso indirizzo della G.O.I. impresa sociale srl che è proprietaria del giornale Open fondato da Mentana nel settembre 2019 proprio insieme a Falasca.

Curiosamente GOI è anche l’acrononimo della massoneria del Grande Oriente d’Italia ma non risultano al momento correlazioni…

Chi non lo ricordasse Mentana – battezzato cattolico ma dichiaratamente sionista ateo come George Soros nel cuore – è anche direttore del TG LA7 dal 30 giugno 2010 dove lavora Lilli Gruber, referente del Bilderberg e con esso promotrice dell’intelligenza artificiale che Microsoft di Bill Gates sta mettendo al servizio dell’industria nazionale delle armi Leonardo spa e del progetto della NATO denominato DIANA che è in fase di sviluppo a Torino.

La serqua di conflitti d’interessi per questi gestori dell’informazione nonché fact-checker su pandemia e guerra in Ucraina è tale da far venire il vomito a chi dal 1991 detiene un tesserino dell’Ordine dei Giornalisti come chi scrive.

L’Avvocato fondatore di Open dello Studio Legale che difende Pfizer 

La DLA Piper, infatti, è referente in Italia dello studio legale omonimo con sede a Washington, Los Angeles, Dallas e Beaumont che sta seguendo la multinazionale farmaceutica Pfizer, produttrice con la tedesca BIontech del siero genico antiCovid mRNa Comirnaty, che sta seguendo una causa anche per conto di Ventavia contro la dipendente Brook Jackson, che era stata licenziata per aver denunciato presunte falsificazioni nei trials clinici sulla sicurezza dei vaccini Covid come avevamo scritto su Gospa News International nel novembre 2021. 

«Un direttore regionale che lavorava presso l’organizzazione di ricerca Ventavia Research Group ha dichiarato al BMJ che la società ha falsificato dati, aperto pazienti in cieco, impiegato vaccinatori non adeguatamente formati ed è stata lenta nel dare seguito agli eventi avversi riportati nello studio cruciale di fase III di Pfizer. 

Il personale che ha condotto i controlli di qualità era sopraffatto dalla quantità di problemi riscontrati.

Dopo aver ripetutamente informato Ventavia di questi problemi, il direttore regionale, Brook Jackson, ha inviato un reclamo via e-mail alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Ventavia l’ha licenziata più tardi lo stesso giorno.

Jackson ha fornito al BMJ dozzine di documenti aziendali interni, foto, registrazioni audio ed e-mail».

Alla luce dell’intrigo fa veramente schifo rileggere quello che scrisse Open due giorni dopo la nostra inchiesta e lo scoppio dello scandalo negli USA:

«Che cos’è il Pfizergate?

Tutto nasce da un articolo pubblicato dal British Medical Journal (BMJ), a firma del giornalista investigativo Paul D Thacker, dove vengono denunciate delle irregolarità durante la sperimentazione del vaccino anti Covid di Pfizer.

La notizia ha attirato l’attenzione del mondo No Vax, scatenando sui social l’hashtag #Pfizergate.

In questo articolo vi spieghiamo di che cosa si tratta e perché da un lato non dovremmo preoccuparci, mentre da un altro dovremmo fare attenzione per il futuro».

«L’articolo si basa sulle dichiarazioni della ex revisore Brook Jackson della Ventavia Research Group, una società di ricerca tra quelle incaricate da Pfizer per la gestione dei trial clinici di fase 3. Non è l’unica, ce ne sono tante.

Le irregolarità denunciate da Jackson riguardano la gestione interna di quella specifica società, operante su circa mille partecipanti del trial su un totale di oltre 40 mila.

Un numero insufficiente per falsare l’intera sperimentazione del vaccino Pfizer».

Come ha riportato nell’aprile scorso Bloomberg:

«Il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale del Texas ha respinto le accuse secondo cui Pfizer e gli appaltatori avrebbero presentato certificazioni false o implicite basate sulla testimonianza di Jackson».

Dati sui Vaccini alterati negli USA ma senza Frode

In realtà la Corte ha rigettato l’istanza per tecnicismi giudici.

Si legge in un passo della sentenza del 31 marzo 2023 

«Successivamente, gli imputati sottolineano correttamente che la signora Jackson non sostiene che la Pfizer si sia procurata il contratto per il vaccino attraverso dichiarazioni false o fraudolente. [Dkt. 67 alle 7].

Piuttosto, sostiene che dopo che il Dipartimento della Difesa ha stipulato un contratto per l’acquisto del vaccino della Pfizer, la società ha ottenuto l’autorizzazione di emergenza per il suo prodotto attraverso “bugie, omissioni e invenzioni” presentate alla FDA. [Dkt. 65 alle 18].

Per quanto a conoscenza della Corte, il Quinto Circuito non ha esteso il suo riconoscimento della teoria dell’incentivazione fraudolenta a situazioni oltre quelle in cui “il contratto in base al quale viene effettuato il pagamento è stato ottenuto mediante frode”».

La Corte Distrettuale del V Circuito aveva infatti rilevato che:

«Sebbene il § 3729(a)(2) proibisca la presentazione di documenti o dichiarazioni false, lo fa solo quando la presentazione di documenti o dichiarazioni è stata effettuata nel tentativo di ottenere il pagamento di una richiesta falsa. 

Non vi è alcuna responsabilità ai sensi di questa legge per false dichiarazioni a meno che non vengano utilizzate per ottenere il pagamento di [una] falsa richiesta».

Non solo.

«Ms. Jackson richiede il permesso di presentare un secondo reclamo modificato nel caso in cui la Corte ritenga il suo reclamo modificato insufficiente per presentare una richiesta di risarcimento. [Dkt. 65 a 44].

Lei cerca di includere quanto segue: (1) accuse di “interferenza della Pfizer con le cartelle cliniche”; (2) ulteriori spiegazioni “sul diffuso smascheramento”; (3) “ulteriori dati sugli esiti sui benefici dell’iniezione di mRNA, o sulla loro mancanza, e ulteriori accuse di misbranding”; (4) citazioni a “singoli pazienti o documenti di origine che mostrano dati di studi relativi all’inclusione o all’esclusione dei dati sono stati falsificati”; e (5) accuse di violazioni del protocollo di conservazione dei record».

Ma la Corte ha rigettato tale istanza ritenendo che:

«le modifiche proposte non altererebbero la conclusione secondo cui la presunta frode degli imputati non era materiale alla luce della continua autorizzazione e acquisto del vaccino da parte del governo».

Al di là del contenzioso giuridico che ha rigettato anche la richiesta della direttrice Jackson di un risarcimento per il suo licenziamento in rappresaglia alla sua denuncia (informandola però di poter adire le vie legali in altre sedi), resta l’enorme vergogna che uno dei più agguerriti fact-checker d’Italia come Open di Mentana, fondato da uno degli avvocati affiliato allo studio legale americano che segue la Pfizer.

Una circostanza assai sospetta se si rammenta che i primi esperimenti condotti nel Wuhan Institute of Virology sul virus SARS ricombinato con un plasmide dell’HIV sono stati finanziati nel 2004 dalla Commissione Europea presieduta da Romano Prodi, primo premier del Partito Democratico e amico di lungo corso di George Soros che ben prima della pandemia investì sui farmaci antiCovid.

Si tratta dell’ennesima assurda coincidenza che legittima il sospetto di un complotto del Nuovo Ordine Mondiale teorizzato da Soros nel 1993 quale futuro della NATO, di cui è segretario generale Jens Stoltemberg, già direttore dell’ong di Gates GAVI Alliance per l’immunizzazione globale che nel 1999 fu promossa dai Rockefeller nel loro centri congressi di Villa Serbelloni a Bellagio, sul Lago di Como.

Quando gli indizi probatori di un’enorme cospirazione sono gravi, precisi e concordanti come in questo caso, pensar male non è soltanto un onere ma soprattutto un dovere.

Per continuare a coltivare la speranza che esista in Italia un magistrato abbastanza temerario per svolgere le nostre stesse indagini anche sulle girandole di milioni di dollari che ruotano intorno ai politici dell’Unione Europea e dell’intero occidente.

Quei “cacciatori di bufale” finanziati da Soros e dagli Usa

Pubblicato in origine da Francesca Totolo sul Primato Nazionale del 3 ottobre 2022

Chi controlla i controllori a Madrid? 

Questa è una domanda che potrebbe venire in mente a chi ha osservato l’incontro che si è svolto nella capitale spagnola dove si sono riuniti i sedicenti fact-checker (cacciatori di bufale) europei contraddistinti dal bollino dell’European fact-checking standards network (Efcsn), un gruppo formato da 44 organizzazioni voluto e finanziato nel 2021 dalla Commissione europea attraverso il progetto “Call of Integrity of Social Media”.

Questi fact-checker potrebbero essere paragonati a una sorta di ministero della verità europeo. Sanciscono quali sono le notizie false anche sui social network, in particolare su Facebook che, peraltro, figurava tra i relatori dell’incontro di Madrid.

Per verificare quale sia la loro reale posizione, basta seguire i soldi leggendo le liste dei finanziatori delle loro organizzazioni.

Tra questi, spiccano la fondazione dello speculatore dem George Soros e alcune agenzie governative degli Stati Uniti.

Il Poynter Institute 

Oltre al bollino di qualità dell’Efcsn, molte delle organizzazioni presenti a Madrid, come Open di Enrico Mentana, sono contrassegnate dal marchio del Poynter Institute, un’organizzazione americana finanziata dalla Open Society Foundations di Soros, dalla Bill & Melinda Gates Foundation, dal Dipartimento di Stato americano, dalla National Endowment for Democracy (Ned) sovvenzionata quasi completamente da agenzie governative degli Stati Uniti, da Facebook e Google.

Il Poynter Institute ha creato una rete a livello globale che stabilisce quali siano le notizie vere e quali quelle false.

Il suo potere di censura si è fortificato ancora di più durante la pandemia.

Non è un caso che tra i maggiori donatori sia presente Bill Gates, colui che ha manovrato la gestione mondiale della pandemia grazie alle sue influenze e al suo denaro. 

Le organizzazioni dell’European fact-checking standards network finanziate da Soros

L’organizzazione che ha ospitato l’incontro a Madrid è la spagnola Maldita.

Si occupa principalmente di verificare le notizie sulla politica, l’immigrazione, i diritti delle donne e il clima. 

Come si legge nella lista dei donatori, “Open Society Foundations (fondazione di Soros) ci finanzia per sostenere il lavoro che svolgiamo con il nostro dipartimento per le politiche pubbliche e lo sviluppo istituzionale, dove prepariamo rapporti, posizioni e raccomandazioni su normative o politiche riguardanti disinformazione e libertà di espressione”.

La Forensic Architecture (FA) è un’agenzia di ricerca, con sede presso l’università di Londra Goldsmiths. Indaga sulle violazioni dei diritti umani, inclusa le politiche contro l’immigrazione clandestina decise dagli Stati, anche l’Italia.

La FA lavora in collaborazione con gli attivisti, gruppi di avvocati e le Ong internazionali, per svolgere indagini con e per conto degli immigrati “colpiti da conflitti, brutalità della polizia e chiusure dei confini”. 

Da cinque anni, la Forensic Architecture riceve finanziamenti dalla fondazione di Soros.

CORRECTIV si definisce “la prima redazione investigativa senza scopo di lucro in Germania”. 

Tra i suoi finanziatori: la fondazione di Soros. 

EU DisinfoLab è un’organizzazione “indipendente e senza scopo di lucro focalizzata sulla lotta a sofisticate campagne di disinformazione rivolte all’Unione europea, ai suoi Stati membri, alle istituzioni e ai valori fondamentali” con sede a Bruxelles. 

Nella lista dei suoi finanziatori, compaiono la fondazione di Soros, il ministero degli Esteri del Regno Unito, la National Endowment for Democracy (sovvenzionata quasi completamente da agenzie governative degli Stati Uniti) e la fondazione di Bill Gates.

La greca Ellinika Hoaxes si occupa principalmente di verificare notizie riguardanti l’immigrazione clandestina.

Tra i membri del team, compare l’avvocato Athanasios Anagnostopoulos che collabora con l’organizzazione britannica Media Defence, la quale annovera tra i suoi finanziatori la Open Society Foundations di George Soros, la National Endowment for Democracy e il Dipartimento di Stato americano.

Fondata nel 2019 con l’obiettivo di combattere la disinformazione e la manipolazione delle informazioni su internet, la catalana Verificat è finanziata dalla fondazione di Soros, dalla Commissione europea, dal Comune di Barcellona e dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Madrid.

La slovena Ostro è finanziata dalla Open Society Foundations di Soros attraverso il “programma per il giornalismo indipendente” e dalla National Endowment for Democracy. Fondato nel 2011, il lettone Baltic Center for Investigative Journalism Re:Baltica è un gruppo che si occupa di giornalismo investigativo nei Paesi baltici.

Tra i finanziatori, si annovera la fondazione di Soros.

Nell’elenco delle organizzazioni di fact-checker dell’European fact-checking standards network non poteva mancare l’ucraina Vox Ukrainela quale elenca tra i suoi donatori l’International Renaissance Foundations di Kiev fondata da George Soros nel 1990, la National Endowment for Democracy, l’Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina, l’agenzia governativa tedesca per la cooperazione internazionale (Giz), e il ministero degli Esteri dei Paesi Bassi. La serba Krik di Belgrado è finanziata dalla fondazione di Soros, dal Rockefeller Brothers Fund, dalla National Endowment for Democracy, dall’Unione europea e dall’Ambasciata australiana in Serbia.

Le organizzazioni dell’European fact-checking finanziate dal Dipartimento di Stato USA

L’Ambasciata degli Stati Uniti in Polonia collabora con Demagog per la realizzazione del “Fact-Checking Academy e come gestire le informazioni false“, un progetto organizzato nelle scuole per mettere in guardia studenti e insegnanti dalle fake news e per istruirli sulle fonti di informazione affidabili.

La moldava Stop Fals è finanziata dalla Usaid, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, dall’Unione europea e dalla Open Information Partnership, a sua volta sovvenzionata dal ministero degli Esteri del Regno Unito.

Tra le organizzazioni dell’European fact-checking standards network, figura pure la Digital Forensic Research Lab dell’americano Atlantic Council, il potente think tank atlantista che promuove la “leadership americana e gli accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica nell’affrontare le sfide del XXI secolo”.

Nel 2019, l’Atlantic Council è finanziato da diversi governi, come quello britannico, dal Dipartimento di Stato americano, da Facebook, da Google, dagli Emirati Arabi, dalla Goldman Sachs, dalla Rockefeller Foundation, dalla Open Society Foundations di Soros e dalla Nato StratCom Center of Excellence.

L’albanese Faktoje è stata fondata nel 2018 con il supporto del progetto “Justice for All” finanziato dall’agenzia governativa americana per lo sviluppo internazionale Usaid. 

La croata Faktograf è finanziata dalla National Endowment for Democracy, dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, dall’Unione europea e dal Balkan Trust for Democracy (un progetto del German Marshall Fund, sovvenzionato dal ministero degli Esteri tedesco, da Usaid, da diversi governi europei e dalla fondazione di Soros.

La britannica Full Fact è finanziata dalla National Endowment for Democracy.

La georgiana Media Development Foundation (MDF) di Tbilisi è finanziata da Usaid, dall’Ambasciata americana a Tbilisi, dall’Unione europea, dall’Agenzia tedesca per la cooperazione, dal Balkan Trust for Democracy, dal ministero degli Esteri del Regno Unito e della Lettonia, dall’Open Information Partnership e dall’Open Society Georgia Foundation di Soros.

La serba Istinomer è finanziata dal ministero degli Esteri tedesco e da quello della Repubblica Ceca, dalla Open Society Foundations di George Soros e dalla Usaid.

Tra gli esempi riportati dalla Nato Strategic Communications Centre of Excellence di buona informazione contro la fake news, evidenziamo la lituana Delfi Melo Detektorius, presente all’incontro dell’European fact-checking standards network.

Le mani del ministero della verità occidentale sui Paesi balcanici e sugli Stati post sovietici

Come dettagliatamente documentato nell’articolo, gli Stati Uniti, l’Unione europea e George Soros hanno un evidente interesse economico e sociale nell’esportare il loro ministero della verità nei Paesi balcanici e negli Stati post sovietici. 

Queste Nazioni sono geopoliticamente rilevanti in ottica atlantista.

Il proliferare di organizzazioni dedicate al fact-checking hanno proprio questo obiettivo: attraverso una propaganda pianificata e mirata, avvicinare le popolazioni dei Balcani e degli ex Stati sovietici all’Alleanza atlantica e, quindi, spingere i governi locali verso determinate politiche.

Lo speculatore Soros è da decenni che, grazie alla sua fondazione, sta lavorando per esportare la “società aperta” in quei Paesi.

Ne è la riprova la Kosovo Foundation for Open Society, fondata dallo speculatore nel 1999 a Prishtina, che finanzia l’organizzazione di fact-checker kosovara Kallxo attraverso il Balkan Investigative Reporting Network.

Ovviamente, tutto avviene sotto l’egida di Usaid, l’agenzia governativa americana “esportatrice di democrazia”.

Pubblicato in origine da Francesca Totolo sul Primato Nazionale del 3 ottobre 2022

Fonte: gospanews

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