
Le tre fasi dell’accordo tra Israele e Hamas
Inizialmente gli Usa hanno detto che il cessate il fuoco a Gaza sarebbe entrato in vigore immediatamente.
Non è così.
Da Doha il primo ministro Mohammed Al Thani, confermando che l’accordo era stato raggiunto, ha annunciato che la tregua inizierà domenica 19 gennaio.
Anche i rapiti dovrebbero cominciare a uscire dai tunnel di Gaza nello stesso giorno.
Sui primi 33 rapiti che saranno rilasciati nella prima fase dell’accordo, Israele ha messo una condizione non soggetta a trattativa: devono essere tutti vivi, nessuna salma. I primi tre a tornare dovrebbero essere donne civili e bambini: cioè Shiri e i due figli dai capelli rossi, di due anni e 5 e mezzo, Kfir e Ariel.
Sarà il momento della verità e si saprà finalmente se sono ancora in vita, o morti da più di un anno, come ha dichiarato Hamas.
Non sarà invece liberato Marwan Barghouti, leader della prima Intifada condannato a vita. Il governo Netanyahu avrebbe anche respinto la richiesta di Hamas di riavere il corpo di Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso a ottobre.
Le tre fasi dell’accordo tra Israele e Hamas
Nella prima delle tre fasi dell’accordo, che durerà sei settimane, oltre alla fine degli attacchi verranno liberati donne e minori israeliani, poi i soldati. In cambio di 33 ostaggi rilasciati saranno liberati oltre 1.000 prigionieri palestinesi, tra cui almeno 250 terroristi detenuti nelle carceri israeliane.
Nella prima fase ci sarà un ritiro graduale delle forze israeliane dal centro di Gaza e il ritorno dei palestinesi sfollati nel nord dell’enclave.
I negoziati per una seconda fase inizieranno entro il 16esimo giorno della prima fase, allo scopo di arrivare al rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, un cessate il fuoco permanente e il ritiro completo dei soldati israeliani dalla Striscia.
La terza fase dovrebbe riguardare il ritorno di tutti i cadaveri rimasti e l’inizio della ricostruzione di Gaza sotto la supervisione di Egitto, Qatar e Nazioni Unite.
Accordo tra Israele e Hamas
La tregua è solo sulla carta
L’entrata in vigore è prevista per domenica.
Nel frattempo ci sono stati altri attacchi da parte delle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza.
La fragilità degli equilibri è però evidente già dai minuti successivi all’annuncio della tregua.
Il capo ad interim di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, ha dichiarato che Israele non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi a Gaza e ha giurato che il gruppo palestinese non perdonerà o dimenticherà.
Dall’altro lato, l’Ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu afferma che Hamas “sta chiedendo di dettare l’identità” dei prigionieri palestinesi da rilasciare e ricorda che Israele ha il diritto di veto sul rilascio di “assassini di massa che sono simboli del terrore”.
In una dichiarazione rilasciata nella notte, l’ufficio di Netanyahu accusa il movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza di cercare di “tornare indietro” sui termini dell’accordo di tregua relativi al rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
“Il primo ministro ha incaricato il team negoziale di rispettare gli accordi presi e di respingere categoricamente i tentativi di ricatto dell’ultimo minuto da parte di Hamas”
Accordo tra Israele e Hamas
Trump si prende i meriti della tregua a Gaza
A dare l’annuncio della tregua è stato per primo Donald Trump. Intorno alle 18 italiane ha pubblicato un post su Truth con scritto:
“Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente. Saranno rilasciati a breve. Grazie!”.
L’obiettivo era prendersene subito il merito, benché non si sia ancora insediato alla Casa Bianca, bruciando tutti sul tempo.
L’annuncio di Joe Biden arriverà solo due ore dopo e ancora più tardi c’è stata la conferma ufficiale con la conferenza stampa del premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, che ha parlato dopo la diffusione di una dichiarazione congiunta dei tre Paesi negoziatori (Usa-Qatar-Egitto).4Trump di fatto si è preso i meriti:
“Questo epico accordo di cessate il fuoco avrebbe potuto realizzarsi solo in seguito alla nostra storica vittoria di novembre, poiché ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione avrebbe cercato la pace e negoziato accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati Abbiamo ottenuto così tanto senza nemmeno essere alla Casa Bianca. Immaginate tutte le cose meravigliose che accadranno quando tornerò alla Casa Bianca e la mia amministrazione sarà pienamente confermata, così da poter garantire altre vittorie per gli Usa”.
Ancora una volta parole che stridono con quelle di Biden, due ore dopo.
Il presidente uscente ha sottolineato i “molti mesi di tenace e scrupolosa diplomazia americana”.
E quando un giornalista gli ha chiesto se il merito dell’accordo spettasse a lui o a Trump, ha risposto:
“È una battuta?”
ricordando che l’accordo riflette esattamente la cornice che aveva delineato lo scorso maggio e definendolo “uno dei più difficili della mia carriera”.
Ma ha ammesso che c’è stato un gioco di squadra con il team del suo successore, al quale spetterà il compito di “implementare” l’accordo.
Militari italiani a Gaza
Anche l’Italia esprime soddisfazione per l’accordo, ma si guarda oltre, e cioè alla stabilizzazione dei rapporti tra israeliani e palestinesi.
In questa prospettiva, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha spiegato che Roma “è pronta” a inviare un proprio contingente in una futura missione di pace, sotto l’egida dell’Onu, per replicare il modello Unifil in Libano.
Per Tajani il primo obiettivo, nell’immediato, è “consolidare la tregua” e rilanciare i negoziati ad ampio spettro tra israeliani e palestinesi per approdare alla soluzione dei due Stati.
Lunedì Tajani sarà in Israele e Palestina “proprio per incoraggiare e favorire questo processo”.
Fonte: Today
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