Zenodo
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Autopsie su 326 vaccinati morti: 3 su 4 uccisi da iniezioni COVID. Sul sito Zenodo del CERN Ricerca dell’Università di Michigan.

Su 325 autopsie di vaccinati morti «un totale di 240 decessi (73,9%), giudicati in modo indipendente come direttamente dovuti o a cui ha contribuito in modo significativo la vaccinazione COVID-19».

A scriverlo nero su bianco è una ricerca pubblicata in pre-print (ovvero ancora in attesa di revisione paritaria che potrebbe arrivare tra un mese o tra due anni) dal sito Zenodo che non può essere ritenuta una piattaforma poco affidabile in quanto è gestito dal CERN per OpenAIRE.

Zenodo è un archivio open access per le pubblicazioni e i dati da parte dei ricercatori.

Il suo nome deriva da Zenodotos di Ephesos, il primo Direttore della grande biblioteca di Alessandria che ha messo le basi per la costruzione della biblioteconomia.

L’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, comunemente conosciuta con la sigla CERN, è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, posto al confine tra la Francia e la Svizzera, alla periferia ovest della città di Ginevra, nel comune di Meyrin. 

La convenzione che lo istituiva venne firmata il 29 settembre 1954 da 12 stati membri mentre oggi ne fanno parte 23 più alcuni osservatori, compresi stati extraeuropei.

OpenAIRE è un partenariato senza scopo di lucro di 50 organizzazioni, fondato nel 2018 come entità giuridica greca, OpenAIRE A.M.K.E, per garantire un’infrastruttura di comunicazione accademica aperta e permanente a sostegno della ricerca europea.

Lo studio viene presentato dal laureato in science (BS) Nicolas Hulscher presso il Dipartimento di Epidemiologia dell’Università del Michigan durante lo scorso venerdì 17 novembre 2023 durante una “poster session”.

In ambito accademico l’esposizione di un “poster”, in un congresso o una conferenza con un focus accademico o professionale, è la presentazione di informazioni di ricerca sotto forma di poster cartaceo che i partecipanti alla conferenza possono visualizzare.

Il giovane Hulsher è stato accreditato con un progetto approvato denominato “Systematic Review of Autopsy Findings in Deaths after COVID-19 Vaccination – Revisione sistematica dei risultati dell’autopsia nei decessi dopo la vaccinazione COVID-19” in cui ha potuto fregiarsi di mentor senior di fama mondiale soprattutto nell’ambito delle inchieste sui danni da sieri genici mRNA o mDNA.

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La ricerca autorizzata dall’ateneo americano e pubblicata su Zenodo è infatti stata firmata anche da Paul E. Alexander, PhD, Richard Amerling, MD, Heather Gessling, MD, Roger Hodkinson, MD, Mark Trozzi, MD (The Wellness Company), William Makis, MD (Cross Cancer Institute), Harvey A. Risch, MD, PhD (Yale University School of Public Health), Peter A. McCullough, MD, MPH (Truth for Health Foundation).

McCullough, che ha dato risalto all’evento sul suo substack, è il noto cardiologo americano che per primo ha denunciato i pericoli di miocarditi letali, confermati dagli studi FDA, CDC e infine anche dall’EMA.

Makis è l’oncologo canadese che ha scoperto il fenomeno del turbo-cancro.

Nei mesi scorsi lo studio era stato pubblicato anche dalla nota rivista britannica The Lancet che però lo aveva ritirato dopo 24 ore perché aveva scatenato – giustamente – una bufera sui media, sui social e di conseguenza nella comunità scientifica internazionale.

Ma ora è nuovamente accreditato dalla presentazione ufficiale presso l’Università de Michigan e dalla pubblicazione sul sito Zenodo gestito dal CERN.

D’altronde soltanto una volontà paranoica di censura potrebbe oscurarlo essendo basato su una semplice analisi di documenti pubblicati sul più importante archivio medico del mondo: la libreria PUBMED gestita dall’NIH, ovvero l’Istituto Nazionale per la Salute del Governo USA.

«Il rapido sviluppo e l’ampia diffusione dei vaccini contro il COVID-19, combinati con un elevato numero di segnalazioni di eventi avversi, hanno portato a preoccupazioni sui possibili meccanismi di danno, tra cui la distribuzione sistemica delle nanoparticelle lipidiche (LNP) e dell’mRNA, il danno tissutale associato alle proteine ​​spike, la trombogenicità, disfunzione del sistema immunitario e cancerogenicità. Lo scopo di questa revisione sistematica è indagare i possibili collegamenti causali tra la somministrazione del vaccino COVID-19 e la morte utilizzando autopsie e analisi post mortem».

Si legge nell’Abstract della ricerca che fa riferimento a problematiche già certificate separatamente da altre decine di studi come quello del biochimico italiano Gabriele Segalla sulle nanoforme e sugli eccipienti tossici del siero genico Comirnaty di Pfizer-Biontech autorizzato dall’European Medicines Agency nonostante non potesse “non sapere della tossicità delle inoculazioni”.

«Abbiamo cercato tutti i rapporti autoptici e necroscopici pubblicati relativi alla vaccinazione COVID-19 fino al 18 maggio 2023 – riferiscono Hulsher et al. – Inizialmente abbiamo identificato 678 studi e, dopo lo screening dei nostri criteri di inclusione, abbiamo incluso 44 documenti che contenevano 325 casi di autopsia e un caso di necroscopiaTre medici hanno esaminato in modo indipendente tutti i decessi e hanno determinato se la vaccinazione contro il COVID-19 fosse la causa diretta o avesse contribuito in modo significativo alla morte».

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«Il sistema di organi più implicato nella morte associata al vaccino COVID-19 è stato il sistema cardiovascolare (53%), seguito dal sistema ematologico (17%), dal sistema respiratorio (8%) e da sistemi multipli di organi (7%). In 21 casi sono stati colpiti tre o più apparati. Il tempo medio dalla vaccinazione alla morte è stato di 14,3 giorni. La maggior parte dei decessi si è verificata entro una settimana dall’ultima somministrazione del vaccino. Un totale di 240 decessi (73,9%), giudicati in modo indipendente come direttamente dovuti o a cui ha contribuito in modo significativo la vaccinazione COVID-19» si legge nello studio consultabile su Zenodo. 

Ecco quindi le considerazioni finali dei ricercatori scientifici e medici:

«La coerenza osservata tra i casi in questa revisione con eventi avversi noti del vaccino COVID-19, i loro meccanismi e il relativo eccesso di morte, insieme alla conferma dell’autopsia e alla decisione della morte guidata dal medico, suggerisce che esiste un’alta probabilità di un nesso causale tra COVID-19 vaccini e morte nella maggior parte dei casi. Sono necessarie ulteriori indagini urgenti allo scopo di chiarire i nostri risultati».

La conclusione cauta dello studio è comprensibile in quanto solo rilevando tracce microscopiche di miocarditi nel cuore, di lesioni al cervello e soprattutto l’eventuale presenza della proteina tossica Spike, che può rimanere nel sangue e negli organi umani anche fino a due anni ma può essere accertata solo attraverso uno specifico esame istologico dei tessuti, si può definire con certezza la correlazione.

Ecco perché, per quanto possa apparire paradossale dinnanzi alle autorità sanitarie, ogni deceduto per malori improvvisi, infarto o ictus ischemico cerebrale dovrebbe essere sottoposto ad un’attenta autopsia volta non A CONFERMARE, bensì a ESCLUDERE che tra le concause della morte non vi siano stati i vaccini killer.

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Soprattutto alla luce della conferma dell’European Medicines Agency sulle miocarditi letali correlate ai sieri genici mRNA di Pfizer-Biontech e Moderna.

Ma anche agli studi della FDA sull’altissimo rischio di ictus in caso di somministrazione combinata tra vaccino antinfluenzale e vaccini Covid, non testate per l’inoculazione contemporanea con altri farmaci, come specificato dalle stesse case produttrici.

Nonostante ciò il Ministero della Salute guidato dal professor Orazio Schillaci, nell’occhio del ciclone per ricerche scientifiche taroccate con un collaboratore che si ostina a negare l’eventuale rischio di correlazione del turbo-cancro coi sieri genici mRNA, avendo sottoscritto una partnership con le Big Pharma nel suo precedente ruolo di rettore dell’università di Roma Tor Vergata e essendo uno speculatore su nuovi vaccini Covid promossi da Bill Gatessi guarda bene da avvertire la popolazione dei pericoli.

E omette di allertare soprattutto i fragili (bambini e immunocompromessi) per i quali le case farmaceutiche di Comirnaty e Spikvax hanno candidamente ammesso che non esistono studi di efficacia e sicurezza dei sieri genici mRNA.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Fonte: gospanews

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