Tecnologia 5G
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Appello per fermare le telecomunicazioni 5G

settembre 2017

con riferimento all’articolo Lettera-ai-Sindaci-Rev7-sul-parere-sanitario_neutraDownload

Tecnologia 5G

Oltre 170 scienziati di tutto il mondo rivolgono un appello alle istituzioni dell’Unione Europea per chiedere il blocco della tecnologia 5G a causa delle crescenti preoccupazioni per l’aumento delle radiazioni da radiofrequenza e dei relativi rischi per la salute a cui sono sottoposti i cittadini europei.

Gli scienziati lanciano l’allarme sui possibili effetti nocivi sulla salute dovuti alla tecnologia 5G

13 settembre 2017

Noi sottoscritti, più di xxx scienziati da xxx paesi, chiediamo la moratoria all’introduzione della tecnologia di telecomunicazione di quinta generazione, detta anche “5G”, fino a che scienziati indipendenti dall’industria non avranno completamente studiato i potenziali pericoli per la salute umana e per l’ambiente.

La tecnologia 5G aumenterà sensibilmente l’esposizione ai campi elettromagnetici di radiofrequenza, aggiungendoli a quelli prodotti già dalle tecnologie 2G, 3G, 4G, Wi-Fi e altre.

E’ stato dimostrato che i campi elettromagnetici di radiofrequenza sono dannosi per l’Uomo e per l’ambiente.

La tecnologia 5G porterebbe ad un massiccio aumento dell’esposizione alle radiazioni.

La tecnologia 5G è efficace solo per brevi distanze e viene trasmessa scarsamente attraverso ostacoli solidi.

Serviranno molte nuove antenne con un’implementazione su larga scala che in pratica si tradurrà in un’installazione di antenne ogni 10-12 case nelle aree urbane, aumentando così in modo massiccio l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.

Con “l’uso sempre più intensivo delle tecnologie senza fili” nessuno potrà evitare di essere esposto perché, a fronte dell’aumento di trasmettitori della tecnologia 5G (all’interno di abitazioni, negozi e negli ospedali) ci saranno, secondo le stime, “da 10 a 20 miliardi di connessioni” (frigoriferi, lavatrici, telecamere di sorveglianza, autovetture e autobus autoguidati, ecc.) che faranno parte del cosiddetto “Internet delle Cose”.

Tutto questo potrà causare un aumento esponenziale della esposizione totale a lungo termine di tutti i cittadini europei ai campi elettromagnetici da radiofrequenza.

Gli effetti nocivi dell’esposizione alla radiofrequenza sono già stati dimostrati

Già prima dell’annunciata diffusione della tecnologia 5G, oltre 220 scienziati provenienti da oltre 40 paesi hanno espresso la loro “seria preoccupazione” per quanto riguarda l’ esposizione ubiquitaria e crescente a campi elettromagnetici generati dai dispositivi elettronici e senza fili, basandosi sulle numerose pubblicazioni scientifiche recenti secondo le quali “i campi elettromagnetici colpiscono gli organismi viventi a livelli ben al di sotto della maggioranza degli standard di sicurezza internazionali e nazionali”.

Gli effetti biologici dei campi elettromagnetici includono l’aumento del rischio di cancro, dello stress cellulare, l’aumento dei radicali liberi dannosi, di danni genetici, di cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, di deficit dell’apprendimento e della memoria, di disturbi neurologici e di un impatto negativo sul benessere generale degli esseri umani.

I danni vanno ben oltre la razza umana, poiché vi è una crescente evidenza di effetti nocivi sia sulla flora che sulla fauna.

In seguito all’appello degli scienziati del 2015, ulteriori ricerche hanno confermato in modo sempre più convincente i gravi rischi per la salute causati dalla radiofrequenza emessa dai sistemi di comunicazione senza fili.

Uno degli studi più ampi, costato 25 milioni di dollari americani, a cura del Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti, ha dimostrato un aumento statisticamente significativo dell’incidenza del cancro cerebrale e di tumore al cuore negli animali esposti a campi elettromagnetici anche a livelli inferiori alle attuali Linee Guida dell’ICNIRP (Commissione Internazionale sulla Protezione dalle Radiazioni non -Ionizzanti) che sono in uso nella maggior parte dei paesi.

Questi risultati supportano risultati analoghi prodotti dagli studi epidemiologici sul rapporto tra radiofrequenza e rischio di tumore cerebrale nell’Uomo.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ovvero l’agenzia che si occupa di cancro per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2011 ha concluso che i campi elettromagnetici nelle frequenze da 30 KHz a 300 GHz sono “Possibili Cancerogeni per l’Uomo”, inserendoli nella classificazione del Gruppo 2B.

Nuovi studi come, Programma Nazionale di Tossicologia degli Stati Uniti, di cui si è detto sopra, e diverse indagini epidemiologiche, tra cui gli ultimi studi sull’utilizzo di telefoni cellulari e sui rischi di cancro al cervello, confermano che le radiazioni da radiofrequenza sono cancerogene per gli esseri umani.

Le Linee Guida del 2016 dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM) sui Campi Elettromagentici affermano che

“esiste una forte evidenza che l’esposizione a lungo termine a determinati campi elettromagnetici rappresenta un fattore di rischio per malattie quali alcuni tumori, malattia di Alzheimer e infertilità maschile… I comuni sintomi della elettrosensibilità, ovvero della ipersensibilità ai campi elettromagnetici, comprendono mal di testa, difficoltà di concentrazione, problemi di sonno, depressione, mancanza di energia, stanchezza e sintomi simili all’influenza.

Una parte crescente della popolazione europea è colpita da malesseri che, nella letteratura scientifica, per molti anni vengono correlati all’esposizione a campi elettromagnetici e alle radiazioni emesse dai dispositivi di comunicazione senza fili.

La Dichiarazione Scientifica Internazionale sulla Elettrosensibilità e sulla Sensibilità Chimica Multipla (MCS), sottoscritta da alcuni scienziati nel 2015 a Bruxelles, sancisce che:

“Tenuto conto delle nostre attuali conoscenze scientifiche, sollecitiamo tutti gli enti e le istituzioni nazionali e internazionali… a riconoscere l’Elettrosensibilità e la Sensibilità Chimica Multipla come condizioni mediche reali che, rappresentando delle malattie sentinella, potrebbero creare una preoccupazione per la salute pubblica negli anni a venire in tutto il mondo, cioè in tutti i paesi che fanno un uso illimitato di tecnologie senza fili basate su campi elettromagnetici e su sostanze chimiche presenti nei prodotti in commercio… l’inerzia rappresenta un costo per la società e non può essere più un’opzione… riconosciamo all’unanimità questo grave pericolo per la salute pubblica… affinchè siano adottate con priorità assoluta delle misure essenziali di prevenzione primaria per affrontare in prospettiva questa epidemia mondiale”.

 Precauzioni

Il Principio di Precauzione (UNESCO) viene adottato dall’Unione Europea nel 2005:

“Quando le attività umane possono portare ad un danno moralmente inaccettabile, scientificamente plausibile, ma incerto, si dovranno intraprendere delle azioni per evitare o per diminuire tale danno”.

La Risoluzione 1815 del Consiglio d’Europa (2011) stabilisce che bisogna

“Prendere tutte le misure ragionevoli per ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici, soprattutto alle radiofrequenze dei telefoni cellulari e, in particolare, per ridurre l’esposizione dei bambini e dei giovani che sembrano essere maggiormente a rischio di tumori alla testa… L’Assemblea raccomanda fortemente di applicare il principio ALARA (esposizione più bassa o ragionevolmente raggiungibile), che protegga sia dai cosiddetti effetti termici, sia dagli effetti non termici o biologici delle emissioni elettromagnetiche e della radiazioni” e di (punto 8.5) “migliorare gli standard e la qualità della valutazione dei rischi”.

Il codice di Norimberga (1949) si applica a tutti gli esperimenti sugli esseri umani, compresa la diffusione della tecnologia 5G che comporta una nuova e più alta esposizione ai campi elettromagnetici da radiofrequenza.

Nessun esperimento dovrebbe essere condotto, lì dove esiste un motivo per ritenere a priori che si verificherà la morte o un danno” ad eccezione, forse, negli esperimenti in cui gli scienziati fungono anche da soggetti” (Codice di Norimberga punti 3-5).

Gli studi scientifici già pubblicati dimostrano che c’è “ragione di credere” che ci siano pericoli per la salute.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) sta mettendo in guardia sui “rischi connessi alle radiazioni emesse dai dispositivi d’uso quotidiano”, nonostante il livello della radiazione sia inferiore agli standard OMS/ICNIRP.

La stessa agenzia conclude:

“Esistono molti esempi passati di come non si sia applicato correttamente il principio di precauzione, tanto da provocare danni gravi e spesso irreversibili alla salute e all’ambiente… sono casi in cui le esposizioni dannose possono essere ampiamente diffuse prima che ci siano delle prove “convincenti” di un danno delle esposizioni a lungo termine e che si arrivi ad una piena comprensione dei meccanismi biologici con i quali tale danno viene causato “.

“Le Linee guida sulla sicurezza” proteggono l’industria e non la salute

Le attuali linee guida sulla sicurezza di ICNIRP sono obsolete.

Tutte le dimostrazioni di danno sopra menzionate si manifestano anche se la radiazione è inferiore alle “linee guida di sicurezza” dell’ICNIRP.

Sono necessari, quindi, nuovi standard di sicurezza.

La ragione delle ingannevoli linee guida risiede nel

“conflitto di interessi dei membri dell’ICNIRP perché le loro relazioni con le industrie delle telecomunicazioni o con le società dell’energia pregiudica l’imparzialità che dovrebbe guidare la regolamentazione degli standard di esposizione pubblica per le radiazioni non ionizzanti…Per valutare i rischi del cancro è necessario coinvolgere scienziati con competenze in medicina, soprattutto in oncologia.”

“Gli attuali orientamenti ICNIRP/OMS per i campi elettromagnetici si basano sull’ipotesi obsoleta che “l’effetto critico dell’esposizione a radiofrequenza per la salute e per la sicurezza umana sia il riscaldamento del tessuto esposto” .

Gli scienziati  hanno dimostrato che molte malattie e danni alla salute sono causati senza che venga prodotto alcun riscaldamento (effetto non termico) a livelli di radiazione inferiori alle linee guida dell’ICNIRP.

Invitiamo l’Unione Europea:

1) ad adottare tutte le misure ragionevoli per fermare la diffusione delle radiazioni da radiofrequenza della tecnologia 5G fino a che gli scienziati indipendenti non garantiranno che la tecnologia 5G e il livello totale di radiazioni causato dalle radiazioni da radiofrequenza 5G (insieme alle 2G, 3G, 4G e WiFi) non siano dannose per i cittadini dell’Unione Europea, in particolare per i neonati, i bambini e le donne in gravidanza, nonché per l’ambiente.

2) a raccomandare che tutti i paesi dell’UE, in particolare le loro agenzie per la sicurezza dalle radiazioni, seguano la Risoluzione 1815 e informino i cittadini, tra cui insegnanti e medici, sui rischi per la salute delle radiazioni da radiofrequenza. Come e perché evitare le comunicazioni senza fili, particolarmente nelle vicinanze di centri di cura, di scuole, abitazioni, luoghi lavoro, ospedali e case di riposo.

3) nominare immediatamente, senza alcuna influenza dell’industria, una task force europea di scienziati indipendenti privi di conflitti di interesse e veramente imparziali sui campi elettromagnetici e salute (nota 1) per riesaminare i rischi per la salute e:
a) decidere riguardo a nuovi “standard di esposizione massima totale” sicuri per la salute per tutte le comunicazioni senza fili all’interno dell’Unione Europea.
b) studiare l’esposizione totale e cumulativa che colpisce i cittadini dell’Unione Europea.
c) creare regole che saranno predisposte / imposte all’interno dell’Unione europea su come evitare l’esposizione che supererà i nuovi “standard di esposizione massima totale” dell’Unione Europea su tutti i campi elettromagnetici per proteggere i cittadini, in particolare i neonati, i bambini e le donne in gravidanza.

4) impedire all’l’industria delle telecomunicazioni e delle comunicazioni senza fili di persuadere, , attraverso le sue organizzazioni di lobbying, i funzionari dell’Unione Europea a prendere decisioni su un’ulteriore propagazione in Europa delle radiazioni da radiofrequenza tra cui la tecnologia 5G.

5) favorire e implementare la telecomunicazione digitale cablata invece che senza fili.

Ci aspettiamo una Vostra risposta, ai due firmatari indicati, entro e non oltre il 31 ottobre 2017, su quali misure si intendano adottare per proteggere gli abitanti dell’Unione Europea dalla radiofrequenza e in particolare dalla radiazione 5G.

Questo appello e la Vostra risposta saranno disponibili pubblicamente.

Distinti saluti,

Fonte: infoamica

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