Minatori-bambini
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Minatori-bambini all’inferno per il cobalto delle auto elettriche

L’aria pulita delle auto elettriche costa la salute ai bambini nel Congo. Baby-minatori di 4 anni al lavoro per il Cobalto a pochi centesimi al giorno

Elettriche o a scoppio che siano, le automobili hanno bisogno di un serbatoio per l’energia e in questo campo i motori a scoppio si prendono una bella rivincita.

Se la meccanica delle elettriche è infatti molto meno macchinoso, il loro “serbatoio”, allo stato attuale, è incomparabilmente più intricato (e può perdere capacità se l’auto elettrica è ferma da molto tempo): non c’è infatti paragone fra la complessità delle batterie e la semplicità di un contenitore capace di qualche decina di litri di carburante.

La sfida fra tecnologie si trasforma in tragedia quando si scopre che almeno una parte del Cobalto necessario alla costruzione delle batterie al Litio viene estratto in Congo anche da bambini che lavorano in condizioni disumane.

L’INFERNO SULLA TERRA

La denuncia di questa aberrante situazione è venuta da un’inchiesta di Sky News, dal sito della quale abbiamo anche tratto le foto che vedete nel post.

La circostanza è agghiacciante anche se non nuova: di bambini lavoratori, minatori e persino soldati se ne è parlato purtroppo parecchio.

Dai “carusi” siciliani sfruttati nelle miniere di Zolfo (ne hanno parlato anche Giovanni Verga in Rosso Malpelo e Luigi Pirandello in Ciaula scopre la luna) ai palloni griffati cuciti dai bimbi pachistani, sembra proprio che la schiavitù non debba finire mai.

Il piccolo Dorsen, di 8 anni, era senza scarpe e ha raccontato che non aveva guadagnato abbastanza nei 2 giorni precedenti e quindi non aveva mangiato pur lavorando circa 12 ore al giorno.

Il suo amico Richard, di 11 anni, ha invece detto che alla fine di un giorno lavorativo “mi fa male tutto” e non è detto che sia solo fatica.

MATERIALI PERICOLOSI

Il dottor Becha Gibu, che lavora nel villaggio di Kimpesa, vicino ad una miniera, ha detto che molti dei bambini che ha curato hanno avuto misteriosi malesseri:

“Ci sono molte reazioni cutanee, come rash e macchie, già alla nascita.

Anche le madri sono deboli al momento del parto e sono convinto che questo dipenda dell’estrazione del minerale in condizioni assurde”.

Nel territorio della Repubblica Democratica del Congo si trovano alcuni dei giacimenti di Oro, Stagno e Cobalto più ricchi del mondo (la Gigafactory europea che farà concorrenza a Tesla pensa di trovare i materiali necessari, compreso il Cobalto, nel nord Europa).

La sua produzione di Cobalto, in particolare, rappresenta il 60% di quella mondiale ma un quinto di questa grandissima quantità viene estratto a mano da minatori artigianali chiamati creusseurs.

Il loro lavoro si avvale di manodopera assolutamente non regolamentata, fra i quali circa 40 mila bambini, e il materiale, comprato da commercianti assolutamente disinteressati a chi e a come abbia estratto il materiale, viene esportato in Asia per essere lavorato dai produttori di batterie destinate alle automobili, ai cellulari e a migliaia di altri oggetti.

Se la batteria di uno smartphone contiene non più di 10 grammi di Cobalto raffinato, quella di un’auto elettrica necessita di circa 15 kg

INFANZIA NEGATA

Gli inviati di Sky hanno parlato di Monica, di soli 4 anni, e dei suoi “colleghi” che, per 8 penny al giorno, selezionano le rocce frantumate dagli adulti (anche loro costretti a lavorare in condizioni disumane e bevendo l’acqua servita per lavare i minerali) in base alla presenza delle striature color cioccolato che indicano la presenza del Cobalto, che è un elemento molto tossico.

Gli inviati hanno anche visto un sorvegliante che sgridava i piccoli lavoratori e minacciava di percuoterli se avessero fatto cadere il minerale.

Il Department for International Development inglese ha stanziato 10,5 milioni di sterline in 10 anni per rafforzare la trasparenza di questa filiera e incoraggiare una produzione responsabile nelle miniere ma si tratta di una goccia nel mare.

Goldman Sachs ha definito il Cobalto la «nuova benzina» ma non c’è segno di ricchezza per i minatori congolesi, bambini o adulti che siano.

Del resto anche nei ricchi Stati arabi i lavori umili e sottopagati toccano ad altri schiavi o giù di lì e quindi non ci stupiamo che anche la pulizia dell’ambiente puzzi di violenza, cupidigia spietata e infanzia negata.

Agosto 2017 

Fonte: sicurauto

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