Liliana Segre e i no-vax
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Controcanto – Liliana Segre e No Vax’: sono loro i veri discriminati trattati come “appestati”. Dove? Cosa? Quando? Chi? Perché?

Il dottor Gramellini ci fa sapere che Liliana Segre, piccata della frangia violenta, seppur minoritaria, di quella parte della società che è stufa di essere discriminata in virtù di un pacchetto di norme ANTI-scientifiche, ANTI-costituzionali ed eticamente ributtanti, ha sporto denuncia contro l’ennesimo villanzone che ha affidato al web la sua malagrazia e il suo rancore.

Ha fatto be-nis-si-mo. Diciamolo subito: noi non tolleriamo nemmeno chi sputi a terra per strada o getti i mozziconi sulla pubblica via, figuriamoci quindi come potremmo avallare minacce o contumelie all’indirizzo di un’anziana signora. Auguriamo alla Senatrice di arrivare fino al terzo gradi di giudizio, e di vincerli tutti, naturalmente: saremo lieti di averla ancora qui fra noi fra trent’anni (se bastano). Covid o non Covid, ad ogni buon conto, la gente deve smetterla di essere screanzata tutto il tempo, con chicchessia, sul web o nel mondo reale. Punto.

Due considerazioni, però, ci sentiamo di farle, con tutto il rispetto per una signora che potrebbe essere nostra nonna, confidando se non nella saggezza senile almeno nel suo “uso di mondo”.

La prima considerazione: non capiamo come la Senatrice, con tutto il bagaglio di Storia vissuta sulla Sua stessa carne, possa essere tanto stupita dello sbigottimento che il Suo silenzio, al pari delle Sue dichiarazioni, hanno provocato nelle persone che conoscono la Storia degli Abusi di Potere nel secolo breve.

La seconda, rafforzamento della prima: davvero la Senatrice non si aspettava, in qualità di sopravvissuta all’orrore delle discriminazioni, di essere guardata dai FREE VAX, i nuovi “appestati”, come si guarda a una luce sparuta nel buio di una notte senza stelle? Perché, insomma, se un Senatore “normale” rappresenta i suoi elettori di parte, un Senatore a Vita parla a nome di tutti quanti, scendendo mai dal suo scranno super-partes, e si dà per assodato che la sua presenza alla Camera Alta sia una garanzia di testimonianza di quanto di brutto sia accaduto ai suoi tempi oltre che di controllo che quelle condizioni non si verifichino più.

Ordunque: davvero la Senatrice Segre non comprende che il FREE VAX perbene, illuminista, Voltairiano (non certo l’odiatore professionista, che troviamo equamente rappresentato in ogni schieramento) guardava a Lei come a un contrappeso di Giustizia nel turbine totalitarista che imponeva a chiunque di sottoporre il proprio corpo e quello dei suoi figli a una sperimentazione farmacologica di massa? Davvero la Senatrice non si domanda mai perché il dottor Gramellini e molti altri suoi colleghi si ostinino a chiamare No Vax quanti siano sempre stati solo FREE VAX, e perché mai continuino a farlo così in malafede, con intento sia menzognero che derisorio? (Laddove, ovviamente, sia proprio nel matrimonio coll’aggettivo FREE, “LIBERO”, che ogni sostantivo diventa un po’ più democratico). Davvero possono esistere l’Amore Libero (coi suoi rischi per tutti), il Libero Mercato (coi suoi rischi per tutti!), la Libera Circolazione di merci e persone (coi suoi rischi per tutti) ma non ha diritto di cittadinanza il Libero Arbitrio Sanitario? Davvero non ha nutrito alcun dubbio, la Senatrice, nemmeno quando la verità sui sieri è emersa in tutta la sua grettezza fatta di business, approssimazione scientifica e intento criminale? Davvero la Senatrice non ha mai sentito la responsabilità, in tutti questi mesi, mentre a buon diritto si faceva iniettare fiale di speranza, di spendere anche solo un minuto del Suo tempo per difendere la posizione e il Diritto di quanti confidavano in altri scienziati (non pochi, e molti di essi assai prestigiosi!) e si affidavano a cure diverse?

Ripetiamo l’antico adagio: a grande esposizione mediatica corrispondono grandi responsabilità. Poi, suvvia, da una Gentile Signora di novant’anni che fa educazione democratica nelle scuole è lecito aspettarsi di più che da un qualsiasi pennivendolo in affanno con il mutuo o da ogni politico dotato di una lingua abituata a lappare.

Quindi: davvero la Senatrice non capisce che chi ha guardato a Lei, in questi due anni e più, lo ha fatto cercando la ragazza che ha resistito alla violenza, ottant’anni or sono, e ha sperato da Lei parole di Concordia e Pacificazione e non le inutili, stucchevoli immaginette propagandistiche di spalle offerte all’ago? Da chi, se non da Lei, ci si poteva aspettare un monito contro ogni singola forma di coercizione di Stato? Insomma, il seggio lo ha ottenuto come sopravvissuta al Male, e come Testimone Universale del Male che colpisce le Minoranze, mica in quota PD con delega speciale sul “se lo dice il Mainstream, deve essere giusto per forza”. Giacché, ci conceda la Senatrice un innocente calembour…se il Senex di Stato, in quanto testimone, si dimentica di illuminare il percorso per le generazioni future, allora perché ospitarlo in Senato e non al caffè della bocciofila?

In che modo, cara Senatrice, Lei ha ottemperato al suo Ufficio durante la più grave crisi di Diritto del secolo?

Concludo: Effettivamente, nostra nonna, anche’ella ebrea, fu cacciata da scuola nel ’38 e sottoposta, con tutta la sua famiglia, al rito di annientamento emotivo, fisico e culturale che furono le Leggi Razziali e, dunque, abbiamo sempre molto ragionato sulla linea quasi inesistente che separa il Bene Opinabile dal Male Assoluto.

Nostra nonna è morta più di vent’anni fa. Ricordiamo molto bene, però, nel suo ingresso, un divanetto scomodo pieno dei suoi accessori (un tempo, le signore cambiavano borsetta, scarpe e foulard anche tre volte al dì), e ricordo lei nell’atto di passare il Passaporto da una borsa all’altra, nella taschina apposita, ogni volta che usciva, insieme al fazzoletto, ai guanti e alle sigarette che le hanno accorciato la vita (gli specchietti erano in ogni borsa, allora, di prammatica). “Nonna, scusa, ma che te ne fai del passaporto? Stiamo andando al mercato, a tre isolati di distanza”. “Non si sa mai, gioia mia, quando si renda necessario salire sul primo treno e fuggire in Svizzera, o chissà dove, senza poter nemmeno ripassare da casa. In Italia, fra l’ottobre del ’38 e il 45, io ero un cadavere che camminava: chiunque poteva additarmi e farmi piombare in un vagone, direzione Birkenau. E lo hanno fatto, per inciso, ma io ero già fuggita, perché avevo il mio passaporto nella borsetta al momento giusto e nel posto giusto. Eppure ricordati che, al mio rientro, tutti quei “gentiluomini fascisti” erano stati amnistiati: nessuno ha pagato, qui, e io li riconosco tutti, in zona”. “Quanti sono? Quali sono, nonna? Sembra incredibile! Indicamene uno, se lo incontriamo oggi”. “Sono tutti quelli che hanno la mia età, o sono più vecchi di me, e non erano con noi nei campi; ovunque ti giri: la nostra lattaia, il fruttivendolo, la tabaccaia, il farmacista,…”.

Ecco, temiamo che nessuno pagherà nemmeno oggi, Senatrice, e forse chi è tanto deluso da Lei ha le sue buone ragioni per sentirsi tradito. Auguri per tutto.

Di Montel

Fonte: Il Giornale D’Italia

Cara Liliana, spiegaci……
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