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La cancellazione della memoria prelude alla sostituzione dei popoli

Il sistema capitalistico nella sua fase crepuscolare, come ogni stadio terminale di un ciclo si contraddistingue per la massima virulenza. 

Lo sfruttamento della forza lavoro del capitalismo industriale, con la schiavitù dei lavoratori asserviti alle macchine, seguita dal capitalismo finanziario con la concentrazione del potere economico nelle mani di pochi speculatori si evolvono nel capitalismo della sorveglianza. 

L’enorme progresso tecnologico degli ultimi decenni influenza pesantemente il comportamento umano, tutto è controllato, i dati digitati nei computer, gli spostamenti dalle telecamere onnipresenti. 

I pensieri, le emozioni, i sentimenti sono oggetto di vendita nel sistema di dominio più pervasivo della Storia, con la manipolazione delle menti come conseguenza inevitabile.

La decantata libertà delle democrazie moderne scompare nella stretta sorveglianza globale che prepara il nuovo ordine mondiale. 

Conoscendo i gusti dei cittadini ridotti a consumatori il sistema capitalista influenza le scelte, gli acquisti, lo stile di vita. 

Nell’unica società della Storia basata sul profitto, sulla produzione e sulla vendita, controllare i consumi permette di indirizzare i popoli verso il futuro deciso dalle grandi concentrazioni finanziarie vere padrone del mondo. 

Uno stato di ipnosi collettiva sapientemente indotto dai media asserviti al potere imprigiona le menti annullando la volontà di ribellione. 

Una realtà artificiosa e disumana è percepita come la sola possibile, creata dal pensiero unico espressione culturale obbligata del Sistema.

Gli anticorpi per combattere questa subdola infezione sono inibiti da strategie insidiose invisibili allo sguardo distratto e superficiale dell’uomo contemporaneo. 

La controinformazione, la cultura non conforme, il libero pensiero sono soffocati da una pesante cappa di controllo ossessivo. 

La saggezza dei popoli, le tradizioni ed il folklore sono sostituiti da una nuova forma di pseudo cultura profana e mistificatrice, la cosiddetta cultura woke. 

Ennesimo prodotto demoniaco, demenziale come la teoria gender, segno della decadenza spirituale e mentale dell’unico popolo della Terra senza Storia e senza tradizioni.

Woke che significa illuminato o risvegliato denuncia la provenienza dagli ordini segreti votati al dominio del mondo.

Ennesima perversione che per essere assorbita abbisogna di una precisa strategia: la cancellazione della cultura.

La Cancel culture statunitense è l’anestesia generale che viene praticata ai popoli per recidere le radici e cancellare la Storia. 

Senza tradizioni e senza passato i popoli divengono facili preda delle ideologie più folli e malsane che portano alla schiavitù e al sonno della coscienza. 

Questa subdola strategia nasce con l’imposizione delle neolingua, che impone assurde regole, vietando vocaboli della lingua madre sostituiti con anglicismi, con la distorsione di termini latini pronunciati all’americana o peggio con parole senza senso che divengono di uso comune. 

Cancellare la lingua provoca la mutazione patologica del pensiero, crea nuove strutture mentali malate, riduce il libero arbitrio. 

Questi processi di alterazione insieme alla revisione fraudolenta della Storia, sostituiti da una falsa narrazione,

Fattori degenerativi che provocano la malattia dell’anima, ansia e depressione e quella più grave dell’anima mundi l’inconscio collettivo. 

Genti senza memoria della stirpe sono masse prive di coscienza di sé, gruppi informati di esseri disorientati e addormentati dominati dagli svegli, mi sono svegliato. 

Sostituire i popoli originari con nuovi aggregati umani fatti di sradicati e alienati permette un’uniformità culturale e mentale indispensabile allo sfruttamento di masse di schiavi.

L’esercito industriale di riserva di marxiana memoria è la vera ragione dell’immigrazione selvaggia, nuovi servi del grande capitale che vanno a fare concorrenza ai lavoratori autoctoni scatenando una guerra tra poveri.

Nessun sentimento umanitario, solo basso interesse per generare nuova ricchezza sulla pelle degli ultimi, la predazione della forza lavoro dei nuovi arrivati ​​e la sottomissione dei popoli invasi. 

Bontà, inclusione, giustizia sociale sono le menzogne ​​dei manovratori del potere, che stringono gli Stati poveri dell’Africa e dell’Asia in una spietata morsa di assoggettamento politico e sfruttamento economico.

Cancellare la memoria degli europei distruggendo il loro futuro, sostituendoli con una massa informata di esseri senz’anima, divoratori di cibo immondizia e consumatori di oggetti inutili. 

La società liquida auspicata dal grande capitale è il migliore dei mondi possibili per gli schiavisti del terzo millennio, incertezza, miseria, vulnerabilità, controllo ossessivo sono invece il triste destino dei sottomessi. 

La scomparsa della spiritualità originaria, l’eclissi del sacro, la morte delle tradizioni frutto di un preciso piano di annichilimento sono lo strumento della scomparsa dei popoli. 

La grande sostituzione darà alla luce una massa di disturbi:

dipendenti dagli psicofarmaci e dalle sostanze stupefacenti, preda del disagio mentale, della solitudine esistenziale, della miseria economica e spirituale.

Un’unica lingua, una sola moneta, una sola nazione, nessuna cultura, gusti uniformati senza fantasia e vitalità producono il cliente ideale. 

I saggi nativi americani sostenevano che quando i bianchi avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, pescato l’ultimo pesce, preso l’ultimo bisonte e aggiungiamo smembrato l’ultimo popolo, sapranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche.

Chi ruba l’anima dei popoli li condanna a morte condannando inevitabilmente se stesso.

Roberto Giacomelli

Fonte: ide&azione

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