Ue: «Manovra, l’Italia non è in linea con le raccomandazioni». Ma il governo: «Giudizio già noto»
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«Poco tempo fa è stata fatta una valutazione da parte della Commissione» sui piani di bilancio 2024 dei Paesi membri, ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, intervistato da Sky Tg24 a Davos, «tra le altre, anche sulla Legge di Bilancio italiana che non sembra essere pienamente in linea con le raccomandazioni del Consiglio Ue. Questo vale anche per altri Paesi, ma abbiamo invitato anche l’Italia a intraprendere deviazioni e di rimettere in linea» i conti pubblici «con le nostre raccomandazioni».

Parole che non stupiscono il governo italiano: «Le parole del commissario Dombrovskis ripetono il giudizio espresso dalla Commissione europea il 21 novembre scorso», si legge in una nota del ministero dell’Economia e delle Finanze, che cita quanto detto in quell’occasione dal ministro Giorgetti: «Accogliamo il giudizio della Commissione europea. Tutto come previsto: nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e Superbonus, andiamo avanti con sano realismo».

Più tardi anche la Commissione ha chiarito con una nota ufficiale: «La nostra posizione non è cambiata rispetto a quella già espressa il 21 novembre scorso riguardo alla manovra italiana».

Le «discussioni» sulla ratifica della riforma del Mes

«Le discussioni» sulla ratifica della riforma del Mes «continuano con l’Italia. Ovviamente spetta al Parlamento italiano decidere quali sono i prossimi passi in avanti» da compiere, «speriamo di poterli vedere quanto prima», ha detto ancora il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ospite di Start a Sky Tg24 da Davos. «Non ricopro la posizione giusta per poter parlare sull’Italia e di cosa deciderà il Parlamento, ma sarò in contatto» con il governo «e discuteremo dei prossimi passi insieme», ha sottolineato.
«In questo momento sono stati 19 i Paesi membri» dell’Eurozona ad aver ratificato la riforma del fondo salva-Stati, ha ricordato Dombrovskis, evidenziando che con le modifiche introdotte «c’è più possibilità ancora poter lavorare sui nuovi strumenti finanziari preventivi senza andare a imporre troppa condizionalità». Questo, con l’introduzione del backstop, ha sottolineato ancora il vicepresidente della Commissione, «fornisce anche migliori possibilità per fornire finanziamento in caso di possibili difficoltà nel settore finanziario-bancario». La riforma, ha aggiunto, «non fa altro che ampliare il perimetro di lavoro, nel momento in cui lo stesso Mes potrebbe essere utilizzato alleggerendo la condizionalità».

Il nuovo patto di stabilità

Sul nuovo Patto di stabilità e crescita «la cosa importante è arrivare all’accordo finale e definitivo velocemente, prima del periodo di fermo dei lavori per le elezioni. Serve molta chiarezza per i prossimi anni sulle nuove regole fiscali ed economiche», ha aggiunto Dombrovskis. «È il momento giusto per continuare a collaborare», ha sottolineato, auspicando il dialogo tra la Commissione, l’Europarlamento e i governi nazionali nel quadro dei negoziati finali sulla nuova governance economica avviati questa settimana.

Le reazioni alle parole di Dombrovskis

«Evidentemente l’Italia deve ancora fare i compiti a casa e questo governo deve prendersi le proprie responsabilità. Abbiamo bisogno di credibilità che ci consenta di fare valere i nostri interessi in Europa», ha detto la deputata Debora Serracchiani, della segreteria Pd, commentando le parole di Dombrovskis. «Che ci sarebbero stati dei problemi lo avevamo detto in tutte le sedi, anche quando ci siamo opposti alla mancata ratifica del Mes», conclude Serracchiani.
«Non ne farei un caso politico, sono diversi anni – se non lustri – che l’Ue fa le sue giuste raccomandazioni e i vari governi hanno cercato di rispettarle in modo più o meno efficace», dice invece il responsabile economico di Fratelli d’Italia, Marco Osnato. «Dombrovskis fa bene, ma il suo non mi sembra un richiamo ultimativo bensì il tipico atteggiamento dei paesi del nord attenti ad alcune rigidità in modo quasi ontologico. Detto ciò, la legge di bilancio italiana ha contemperato crescita e conti in ordine», aggiunge.
«Al Governo Meloni non è bastato riproporre ricette di un’austerità con cui in poco più di un anno ha tagliato pensioni, sanità, fondi al Sud e ogni investimento. Non è bastato piegarsi alla Germania, facendosi rifilare un `Pacco´ di stabilità che impone altri sacrifici e tagli al Paese. Adesso si appresta pure a una maxi svendita di asset statali, da Eni a rete Tim, Poste, Ferrovie, che impoverirà il Paese. E dopo tutto questo si becca pure la ramanzina del commissario Dombrovskis perché i conti pubblici non sono in linea. Preparatevi tutti, perché per il Paese – già ridotto alla crescita zero – arriverà una manovra correttiva con ulteriori tagli e tasse. Ecco il patriottismo di Meloni», ha commentato invece il vicepresidente del M5s, Mario Turco.
«Gli esami non finiscono mai, forse finisce il mandato di Dombrovskis…». Così il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, a proposito delle parole del vicepresidente della Commissione europea. «L’Italia – osserva – è stata sottoposta a tutte le normali verifiche come gli altri Paesi e ha ricevuto giudizi confortanti anche sulla recente manovra dall’Ue e dalle società di rating: tutti giudizi positivi sull’economia italiana. Ci ricorderemo con simpatia di Dombrovskis quando qualcuno avrà preso il suo posto».

Fonte: Corriere della Sera

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