L’OMS retrocede sul trattato pandemico. Ma non cantiamo ancora vittoria….
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Ritirato dalla Bozza L’Articolo 13A

Piano coi trionfalismi: è una buona notizia e ne prendiamo atto. Teniamo presente che questa è ancora solo una bozza e le cose possono cambiare prima dei negoziati finali.

Vediamo ciò che è successo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritira alcune delle misure più controverse proposte nel suo trattato pandemico. Buone notizie per chi temeva l’avvento di un’era di oppressione sotto il manto della salute pubblica, un timore per nulla infondato vista la portata iniziale delle misure proposte.

L’OMS, con la sua ultima revisione del trattato (di seguito in PDF), ha dovuto ammettere implicitamente che il percorso che aveva intrapreso era troppo invasivo. La bozza originaria proponeva norme che avrebbero potuto stravolgere l’autonomia nazionale e individuale: obblighi di vaccinazione, passaporti sanitari e, ancor più allarmante, una censura sistematica di ciò che sarebbe stato etichettato come disinformazione.

Il clou della controversia si concentrava sull’Articolo 13A, che avrebbe eretto l’OMS a paladino e coordinatore indiscusso della risposta sanitaria globale, obbligando gli Stati membri a seguire ciecamente le sue direttive. Questo non era soltanto un attacco alla sovranità degli stati, ma un affronto alla democrazia stessa, data la natura non elettiva degli organi decisionali dell’OMS.

Tuttavia, questo articolo e altre disposizioni similmente autoritarie sono stati rimossi nella nuova bozza. È una vittoria non solo per la sovranità nazionale ma per il principio stesso di autodeterminazione dei popoli.

L’articolo 18a

Quando si guarda all’articolo 18 del trattato sulla pandemia e si vede che tipo di raccomandazioni l’OMS potrebbe fornire, le cose diventano piuttosto spaventose.

Ad esempio, possono raccomandare quanto segue.

  • richiedere visite mediche;
  • rivedere la prova della vaccinazione o di altra profilassi;
  • richiedere la vaccinazione o altra profilassi;
  • attuare misure di quarantena o altre misure sanitarie per le persone sospette;
  • attuare l’isolamento e il trattamento, ove necessario, delle persone colpite;
  • attuare il tracciamento dei contatti delle persone sospettate o colpite;

Queste raccomandazioni significano in realtà che i paesi avrebbero potuto essere tenuti a vaccinare, implementare passaporti vaccinali e mettere le persone in quarantena su semplice richiesta dell’OMS.

Ma eliminando l‘Articolo 13A, sembra che queste raccomandazioni non siano più vincolanti. Esistono ancora, ma i paesi non sono obbligati a seguirle.

La Libertà di parola salvata dalla gogna digitale

Forse ancora più significativa è la rinuncia alla proposta di instaurare un regime globale di censura sulla cosiddetta “disinformazione“. Inizialmente, l’OMS aveva proposto di potenziare le proprie capacità per contrastare ciò che subdolamente definiva cattiva informazione; una politica che, se attuata, avrebbe potuto aprire la porta a limitazioni arbitrarie e pericolose della libertà di espressione in un momento in cui la libertà di espressione è messa continuamente in discussione, anche apertamente, dai governi di tutto il mondo. L’articolo 7, proponeva che “A livello globale, l’OMS rafforzerà le capacità per contrastare la cattiva informazione e la disinformazione“.

Questa proposta non è nella bozza attuale, il che è una buona notizia. Sappiamo tutti che sarebbe stato utilizzato per censurare chiunque andasse contro la loro agenda.

Il Risveglio Globale e la Vigilanza Continua

Questa marcia indietro dell’OMS non sorge dal nulla. È il diretto risultato di un’opposizione globale, di manifestazioni di massa come quelle viste in Giappone, e di discorsi accesi tenuti di fronte alle istituzioni internazionali. Il mondo ha iniziato a percepire la minaccia di un controllo troppo centralizzato e poco trasparente in materia di salute pubblica.

Questo è solamente l’inizio. È vitale mantenere alta l’attenzione, poiché le bozze possono cambiare e i negoziati possono ancora portare a compromessi pericolosi. È fondamentale che la società civile resti vigile e pronta a difendere i propri diritti.

Fonte: News Academy

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