Inflazione
Se ti piace l'articolo, condividilo

La Bce alza i tassi di 25 punti base, ai massimi storici. L’inflazione fa ancora paura

Il tasso di riferimento sale al 4,5%. Francoforte ribadisce che le pressioni sui prezzi rimangono sostenute. Riviste al ribasso le stime sul pil di Eurolandia (+0,7% nel 2023) e al rialzo quelle sul carovita (5,6%) | Inflazione, le nuove stime della Bce vedono il carovita oltre il 3% nel 2024. A rischio le previsioni sui tagli dei tassi

L’inflazione continua a diminuire, ma si prevede che rimarrà elevata per troppo tempo.

Continua a seguire lo stesso copione la Banca Centrale Europea che «al fine di rafforzare i progressi verso il conseguimento del suo obiettivo», ha deciso di aumentare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. 

Di conseguenza, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno aumentati rispettivamente al 4,50%, 4,75% e 4,%, con effetto dal 20 settembre 2023.

«I passati aumenti dei tassi di interesse del Consiglio direttivo continuano a essere trasmessi con forza», spiegano da Francoforte, «le condizioni di finanziamento si sono ulteriormente inasprite e stanno frenando sempre più la domanda, il che è un fattore importante per riportare l’inflazione al target».

Per questo, con il crescente impatto di questa stretta sulla domanda interna e l’indebolimento del contesto commerciale internazionale, gli esperti della Bce hanno deciso di abbassare significativamente le proiezioni di crescita economica dell’Eurozona.

Ora si aspettano che l’economia dell’area dell’euro si espanda dello 0,7% nel 2023, dell’1% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025.

Stime sull’inflazione corrette al rialzo: 5,6% nel 2023

Riviste invece al rialzo le previsioni sull’inflazione.

Le nuove proiezioni vedono l’indice dei prezzi al consumo al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, l’unica quest’ultima ad esser stata rivista leggermente al ribasso. 

«La revisione al rialzo per il 2023 e il 2024 riflette principalmente un percorso più elevato per i prezzi dell’energia», spiegano da Francoforte.

Gli esperti della Bce hanno leggermente rivisto al ribasso invece il percorso previsto per l’inflazione core, a una media del 5,1% nel 2023, del 2,9% nel 2024 e del 2,2% nel 2025. 

I programmi d’acquisto

«Il portafoglio del Paa è in calo a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato dai titoli in scadenza», evidenziano dal Consiglio. 

Per quanto riguarda il Pepp, il board intende reinvestire il capitale rimborsato dai titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma almeno fino alla fine del 2024.

In ogni caso, il futuro roll-off del portafoglio Pepp «sarà gestito in modo da evitare interferenze con l’orientamento appropriato della politica monetaria», aggiungono dal board.

«Il Consiglio direttivo continuerà ad applicare flessibilità nel reinvestire i rimborsi in scadenza nel portafoglio Pepp, al fine di contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria connessi alla pandemia».

Quanto alle operazioni di finanziamento, dalla Bce hanno sottolineato che poiché le banche stanno rimborsando gli importi presi in prestito, nell’ambito delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo valuterà periodicamente in che modo le operazioni mirate di finanziamento e il loro rimborso corrente contribuiscono al suo orientamento di politica monetaria. 

Fonte: milanofinanza

Inflazione
Tag: