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Mentre l’occidente è distratto dalle proprie guerre infami, non si accorgono delle sue strategie africane

Una base militare russa nel cuore dell’Africa. È questo uno degli ultimi obiettivi strategici di Mosca mentre cerca di allargare la sua influenza nel Continente. La struttura sarà costruita nella Repubblica Centrafricana e ospiterà fino a 10mila soldati di Mosca. « La Russia è in trattative con il governo a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, per ospitare una base militare russa – si legge nel comunicato dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw) –

Il Cremlino continua gli sforzi per espandere la sua influenza attraverso l’Africa corps (ex Wagner group nel continente) controllato dal ministero della Difesa». Secondo l’Isw, un think tank statunitense fondato da alcune società militari private durante le guerre in Iraq e Afghanistan, le operazioni degli apparati di intelligence russi stanno occupando un ruolo sempre più importante in Niger, Burkina Faso, Mali e Repubblica Centrafricana.

(…) Dopo alcuni mesi di tensione con l’ex potenza coloniale francese, il Niger ha espulso l’ambasciatore Sylvain Itté a settembre, fatto chiudere l’ambasciata a ottobre, e annullato ogni accordo militare che aveva con Parigi (e l’Europa in generale) a novembre. Era ultimo Paese che vedeva sul proprio territorio la presenza di truppe di Parigi. Rimangono invece gli statunitensi con l’ambasciatrice, Kathleen FitzGibbon, una base militare ad Agadez, nel nord, e circa 1.100 soldati americani.

Dal 2014, Mosca ha comunque firmato nuovi contratti di cooperazione militare con «almeno 19 Stati africani». Ma la Russia non si sta muovendo in Africa solo militarmente e politicamente.

Nell’ambito del nuovo “colonialismo 2.0”, diversi contratti, alcuni pubblici altri meno, sono stati firmati con numerosi Paesi africani nel settore economico. La compagnia petrolifera nazionale del Sudafrica, Petro-SA, ha scelto la russa Gazprombank come partner per investire nel rilancio della raffineria di Mossel Bay.

L’impianto Gtl (da gas a liquido) produceva 45mila barili al giorno (bpd) ma sta attraversando un processo di manutenzione dal 2020 a causa della riduzione delle risorse nazionali di gas offshore. « Prima di scegliere la Gazprombank abbiamo controllato ogni possibile sanzione con i nostri legali », ha detto Sesakho Magadla, direttore operativo ad interim di PetroSA. L’Associazione delle banche russe e l’Associazione dei banchieri dell’Africa occidentale hanno inoltre firmato un memorandum d’intesa al 20esimo Forum bancario internazionale dello scorso settembre.

E sebbene il volume (ufficiale) del commercio tra la Russia e l’Africa ammontasse fino all’anno scorso a poco più di 18 miliardi di dollari le cose sembrano cambiare velocemente grazie a un aumento del 35 per cento del fatturato commerciale durante la prima metà del 2023. Secondo diverse fonti, i russi hanno ottenuto da mesi concessioni minerarie in vari Paesi africani tra cui Burundi per l’uranio, Mali e Burkina Faso per l’oro, Centrafrica per i diamanti e altri tipi di materie prime.

Inoltre, Mosca sta cercando di coordinarsi al meglio con i Paesi Brics (Brasile, India, Cina, Sudafrica), i quali stanno aumentando di numero, per rimpiazzare nel futuro prossimo gli scambi commerciali in dollari con le monete locali.

Fonte: Avvenire

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