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La Regione Fvg vorrebbe vendere le foreste alle aziende che cercano “crediti di carbonio”

La valutazione dello stato di salute forestale va correlata alla nostra capacità di gestione delle aree boschive.

Esiste una corrente di pensiero che lega la mancata gestione della foresta al suo positivo stato di salute mentre è esattamente il contrario.

In Friuli Venezia Giulia la deforestazione complessivamente non esiste e si può parlare al massimo di un deficit di copertura sulle aree planiziali mentre si pone il problema della colonizzazione forestale nelle aree alpine e prealpine.

Considerando anche quelle prealpine, la nostra regione ha circa il 50% del proprio territorio ricoperto di foreste, che stanno aumentando sia in superficie sia in volume.

L’incremento del volume forestale in Friuli Venezia Giulia è di circa 1,5 milioni di metri cubi all’anno a fronte di un’utilizzazione massima di 270mila metri cubi.

I cosiddetti ‘crediti di carbonio’ possono quindi essere una risorsa importante per favorire lo sviluppo complessivo del territorio.

È questo il pensiero espresso dall’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier durante il convegno ‘Crediti di carbonio’ svoltosi al Parco
Tecnologico Carnico di Amaro, organizzato dal Consorzio Boschi Carnici, per far conoscere lo strumento dei crediti nonché sviluppare la collaborazione tra gli operatori nel settore della silvicoltura e del mondo boschivo del Friuli Venezia Giulia.

In sintesi la Regione “venderebbe” la gestione di alcune aree boschive ad aziende che in questo modo acquisirebbero i “crediti di carbonio” utili a compensare l’inquinamento da esse prodotto e quindi la cosiddetta neutralità carbonica.

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“Il Friuli Venezia Giulia ha superfici boschive vastissime e in molti casi utilizzabili, alcune delle quali hanno un valore economico importante mentre altre possiedono un valore ecologico altrettanto rilevante – ha detto Zannier -.

Sfruttare i vantaggi derivanti dall’esistenza delle aree boschive e dalla volontà di mantenerle in una determinata condizione genera una serie di benefici a cascata.

Questo non è e non deve essere visto come una sostituzione della gestione forestale in luogo di un’altra meramente orientata alla resa economica perché l’aumento del volume forestale ci mette nella condizione di avere aree disponibili che possono essere efficacemente sfruttate con vantaggi per l’intera comunità”.

Zannier ha quindi concluso evidenziando che “in quest’ottica, pur non rappresentando un’alternativa alla gestione forestale, i crediti di carbonio sono un vantaggio.

L’auspicio è di riuscire a incrementare la valorizzazione complessiva dell’area boschiva in tutti i suoi aspetti.

La conservazione, la gestione, la creazione di valore senza il suo sfruttamento o l’utilizzo attraverso meccanismi controllati.

Il tutto tenendo presente che il nostro territorio garantisce un’ampia possibilità di acquisire questi crediti attraverso la cooperazione dei soggetti che vi operano”.

Fonte: ilgiornalediudine

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