Chi vuole cancellare il Natale. “Troppo cristiano”, spunta la Festa d’inverno
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Una notizia clamorosa. Che lascia sgomenti. Che pone interrogativi sulle nostre tradizioni e sulla difesa delle stesse. Al prestigioso Istituto Universitario Europeo (Eui) di Fiesole, meraviglioso centro ad un passo da Firenze, il presidente Renaud Dehousse ha deciso che, per ottemperare agli obblighi del «Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui», la festa più importante del cattolicesimo verrà depennata.

Secondo l’indiscrezione raccolta da Sir, l’agenzia di stampa che fa capo alla Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, «l’ex festa di Natale verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano». Le regole per l’uguaglianza etnica nell’Eui prevedono che, se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario, dall’altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere «inclusivo». I fan del politicamente corretto però sono disposti, bontà loro, a tollerare «gli aspetti tradizionali e folcloristici che possono rimanere parte dell’evento». Tra le ipotesi, circola la bislacca idea di sostituire il nome «Natale» con «Festa d’Inverno».

All’interno dell’Istituto non mancano ovviamente le perplessità. Il segretario generale dell’Eui, Marco Del Panta, ha cercato di gettare acqua sul fuoco: «Ancora nessuna decisione presa, c’è un dibattito in corso». Una notizia che, come era prevedibile, ha sollevato un vespaio di polemiche. «È sconcertante che un istituto accademico decida di rimuovere il riferimento cristiano dalla celebrazione del Natale. Questa decisione dimostra un’assoluta mancanza di rispetto per le tradizioni italiane – ha dichiarato il consigliere metropolitano di Fratelli d’Italia, Alessandra Gallego – Annullare queste tradizioni significa svilire il suo significato profondo e minare le radici culturali della nostra società».

Reazioni

Non si contano gli interventi degli esponenti moderati, rimasti basiti da una simile notizia. «Cambiare nome al Natale somiglia, davvero troppo, al titolo di un romanzo grottesco – hanno affermato Alessandro Amorese e Paolo Marcheschi, rispettivamente deputato e senatore di Fdi – Così ipotizzata, somiglia molto ad altre iniziative che portano a togliere i crocefissi dalle aule scolastiche, in un clima di cancel culture che tenta di azzerare i valori occidentali». Forti proteste sono giunte anche da parte di Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega. «Eliminare i riferimenti cristiani di questa festività significa comprometterne integralmente l’essenza». E se Francesco Torselli (capogruppo in Regione Toscana per Fdi), ricorda «che duemila annidi radici cristiane non si cancellano con una circolare», Marco Stella, capogruppo di Forza Italia a Palazzo del Pegaso evidenzia come faccia «un po’ sorridere vedere che questa idea arriva da un istituto universitario che ha sede in uno storico convento cattolico». 

Fonte: Il Tempo

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