Anche Google teme l’intelligenza artificiale
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Anche Google teme l’intelligenza artificiale: vietato ai dipendenti di inserire informazioni riservate nelle chatbot

Google è preoccupata per la sua privacy.
La società madre, Alphabet, sta avvertendo infatti i propri dipendenti di non inserire contenuti riservati nei chatbot – compreso quello da lei stessa creato, Bard – per evitare la fuga di informazioni interne attraverso l’intelligenza artificiale.
Lo riporta Reuters

Anche Google teme l’intelligenza artificiale
Fatti principali

  • Google ha chiesto agli ingegneri di Alphabet di evitare di inserire direttamente nei sistemi di chatbot i codici informatici. Questo perchè l’intelligenza artificiale, nel suo processo di “addestramento”, può riprodurre i dati che recepisce dagli utenti. Secondo Reuters, nella sua comunicazione Google avrebbe citato anche “quattro persone che hanno familiarità con la questione”.
  • Eventuali fughe di notizie potrebbero aiutare il concorrente di Bard, ChatGPT, nella corsa al dominio del mondo dell’intelligenza artificiale, dove ci sono ancora interessi di miliardi di dollari in investimenti e pubblicità.
  • Qualche giorno prima Politico aveva riferito che Google stava rinviando il lancio di Bard nell’Unione Europea a causa delle preoccupazioni sull’impatto del chatbot sulla privacy.

Il retroscena

Prima della richiesta di Google ai suoi dipendenti, altre grandi aziende avevano già bloccato per lo stesso motivo l’uso di strumenti di intelligenza artificiale ad alcuni dipendenti.
A maggio il Wall Street Journal riferiva che Apple aveva vietato alla propria forza lavoro l’utilizzo di ChatGPT e di Copilot, chatbot prodotto dalla società californiana GitHub e usato per aiutare gli sviluppatori a scrivere codici informatici.

Anche Samsung aveva applicato un divieto simile dopo aver scoperto una fuga accidentale di un codice da parte di un ingegnere che lo aveva caricato su ChatGPT.
Amazon aveva vietato ai dipendenti di condividere informazioni riservate con il chatbot di OpenAI dopo aver scoperto al suo interno esempi di risposte che assomigliavano ai dati interni della società.
Anche diverse banche, tra cui JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup, Deutsche Bank, Wells Fargo e Goldman Sachs, avevano vietato l’uso di chatbot ai dipendenti.

OpenAI a marzo era stata costretta a chiudere brevemente ChatGPT per risolvere un bug che permetteva ad alcuni utenti di vedere parti della cronologia delle chat di altri fruitori del servizio.

FONTE: Forbes.it

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